Covid-19. Terza dose per le persone vulnerabili. Pfizer: vaccino sicuro per i bimbi
L'Italia dà il via alle somministrazioni della terza dose di vaccino anti-Covid per i soggetti fragili e a rischio. Tra loro le persone immunocompromesse, i trapiantati e i malati oncologici con determinate specificità, circa tre milioni di pazienti. Nel contempo le aziende Pfizer e BioNTech hanno oggi comunicato che i risultati degli studi clinici hanno mostrato che il loro vaccino contro il coronavirus è "sicuro, ben tollerato" e ha prodotto una risposta immunitaria "robusta" anche nei bambini di età compresa tra i cinque e gli 11 anni. Le aziende hanno inoltre reso noto che a breve chiederanno l'approvazione normativa da parte degli enti regolatori.
Si parte in una situazione epidemiologica nazionale sostanzialmente stabile, con 3.838 nuovi positivi nelle ultime 24 ore (sabato 4.578) e 26 vittime (51 sabato), ma con qualche primissimo campanello d'allarme da 4-5 giorni, secondo l'analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M. Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), che arriva dalla inversione di tendenza nel Lazio, Piemonte e Valle d'Aosta. «Anche se è troppo presto per valutare un impatto della riapertura della scuola», ha aggiunto Sebastiani. In terapia intensiva 21 pazienti in più nelle ultime 24 ore; 263.571 i test effettuati con un tasso di positività all'1,45%.
Varie regioni sono pronte a partire con la terza dose, dalla Lombardia al Veneto alla Toscana, e al Policlinico di Bari (sui bimbi oncologici). Rieti è già partita la scorsa settimana con 40 trapiantati. In realtà si dovrebbe parlare di una dose aggiuntiva a completamento del ciclo vaccinale primario di 2 dosi, per raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria. Si somministrerà almeno dopo 28 giorni dalla seconda, e il prima possibile se tale lasso di tempo è già trascorso. I vaccini sono quelli a mRna (Pfizer e Moderna). Dieci le categorie destinatarie di questa dose addizionale.
Poi verranno le cosiddette dosi booster per chi, a distanza di tempo, o forse per via delle varianti, ha bisogno di una dose di rinforzo a fronte del calo di copertura immunitaria come over-80, residenti nelle Rsa e sanitari. Questa da somministrarsi a 6 mesi dall'ultima dose.
Una circolare del ministero della Salute del 14 settembre scorso chiarisce tutti gli aspetti mentre da uno studio condotto in Israele e pubblicato sul New England Journal of Medicine, sulla base dei dati del ministero della Salute israeliano sugli over 60 vaccinati con ciclo completo, emerge che rispetto alla variante Delta, la terza dose Pfizer "porterebbe l'efficacia del vaccino tra i soggetti che hanno ricevuto il richiamo a circa il 95%, un valore simile all'efficacia del vaccino originale riportata contro la variante Alfa".
Tema ancora caldo se la terza dose è per tutti, proprio come in Israele (ora dai 40 anni in su).
In questa fase, dice il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, su La Stampa "stiamo ancora valutando se, quando e a chi fare un'ulteriore iniezione. Il tema, comunque, non è una terza dose a pioggia". Invita ad aspettare più dati il virologo dell'Università di Milano e direttore dell'Irccs Galeazzi, Fabrizio Pregliasco, in merito a una terza dose "universale" mentre ritiene fondamentale "dare rinforzo ai più fragili per metterli in sicurezza rispetto a un atteso colpo di coda del virus in inverno". Mentre il virologo Roberto Burioni, docente all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano sollecita "subito la terza dose per i sanitari pur lasciando priorità a prime dosi e copertura dei fragili".