Diocesi. Coronavirus, le precauzioni in chiesa: dalla Comunione allo scambio della pace
Sono già molte le chiese nelle quali sono state svuotate le acquasantiere come precauzione contro il coronavirus
Comunque la si guardi, a dispetto dei contagi probabilmente destinati a crescere, oltre la paura e le logiche precauzioni, per l’uomo di fede questa crisi porta con sé un unico punto fermo: Dio sta con chi soffre. È accanto alle persone che temono per la salute propria e dei loro cari. Non dimentica neppure quanti, magari esagerando un po’, scelgono di autoisolarsi nel timore di essere colpiti da un virus tanto subdolo quanto sconosciuto.
Vanno in questa direzione, cioè nel senso di una religione calata nel quotidiano, le misure precauzionali adottate da diocesi e comunità. Scelte, indicazioni che non vogliono alimentare le psicosi ma, al contrario si propongono di rendere più praticabile il cammino delle parrocchie. A partire naturalmente dalla Messa domenicale, cuore settimanale della vita comunitaria.
Ecco allora l’invito che per voce del vicario generale monsignor Franco Agnesi, l’arcidiocesi di Milano rivolge ai fedeli. «In considerazione delle circostanze che si stanno creando e in evoluzione, dovute al contagio da COVID-19 (Coronavirus) presente anche nel nostro territorio – recita il comunicato – si suggerisce che la Comunione eucaristica possa essere distribuita sulla mano, secondo le norme liturgiche vigenti». Questo per evitare che la saliva, come potrebbe accadere nel caso della particola ricevuta in bocca diventi strumento di diffusione dell’infezione.
Sulla stessa linea ma più ferme le misure del vescovo di Piacenza-Bobbio monsignor Gianni Ambrosio che ha disposto «la sospensione delle attività di catechismo, di gruppo e altre occasioni aggregative (attività di oratorio, feste …)», aggiungendo, per la Messa, che «la Comunione sia distribuita solo sulla mano e si eviti lo scambio di pace». Misura, quest’ultima, presa per evitare la diffusione del virus tramite il sudore.
Dall’Emilia al Veneto dove il pastore di Vicenza monsignor Beniamino Pizziol d’intesa con il prefetto e l’Ulss berica, ha deciso di sospendere l’amministrazione delle Cresima prevista oggi in Duomo mentre il patriarcato di Venezia, nell’attesa «di eventuali indicazioni dalla prefettura» suggerisce di lavarsi accuratamente le mani evitando contatti inutili, come lo scambio della pace. Gesto che, si ricorda, è facoltativo.
E se la diocesi piemontese di Vercelli decide di svuotare le acquasantiere, più drastiche appaiono le decisioni della Chiesa di Cremona, che ha disposto la sospensione delle celebrazioni pubbliche dell’Eucaristia nella città capoluogo mentre nelle altre comunità della diocesi i parroci sono tenuti a rispettare le disposizioni comunali e ad adottare le già viste misure precauzionali: Comunione in mano, astensione dallo scambio della pace e acquasantiere vuote.
Sulla stessa linea, tornando in Veneto, la Nota del vescovo di Padova. Fermo restando il rispetto da parte dell’intera diocesi delle decisioni dei comuni e le precauzioni durante le Eucaristia monsignor Claudio Cipolla stabilisce che nel comune di Vo’, dove si è registrata la prima vittima, non siano possibili celebrazioni pubbliche. Il che non significa, e vale per tutta Italia, rinunciare alla celebrazione eucaristica ma farlo nei modi possibili. In particolare tramite la tv, via radio o attraverso la Rete.