Coronavirus. Prime pillole antivirali distribuite ai pazienti
Tanto attese, sono disponibili da ieri in Italia le pillole anti-Covid che, distribuite dagli ospedali su segnalazione dei medici di base o Usca, potranno essere utilizzate come prima terapia specifica a casa.
Tra le prime pazienti segnalate, due donne che hanno ricevuto il farmaco all’ospedale Spallanzani di Roma: una novantunenne cardiopatica e diabetica e una donna di 72 anni cardiopatica e immunodepressa. Il battesimo dell’antivirale orale Molnupiravir apre già, però, alcuni nodi da chiarire, a partire dalla tipologia di tampone che i medici dovranno considerare per attestare la positività al virus.
Sono 11.899 le confezioni di Molnupiravir consegnate finora agli ospedali dalla struttura commissariale: in Lombardia 1.800, seguita da Lazio (1.680), Toscana e Veneto (1.440) e Liguria (1.080). La struttura commissariale ha avuto mandato dal ministero della Salute di acquistare 50mila cicli di trattamento di farmaci antivirali orali per ciascuna tipologia di Molnupiravir, che ha avuto l’ok dall’Agenzia italiana del farmaco Aifa, e Paxlovid, la pillola anti-Covid dell’azienda Pfizer, per la quale non c’è ancora il via libera Aifa.
Una prima criticità è però eivdenziata dal segretario della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scotti. Per la segnalazione agli ospedali, afferma, «al momento non abbiamo dalla Regioni indicazioni su quale sia il tampone di riferimento da considerare per attestare la positività del paziente, se il rapido o il molecolare».