Attualità

Covid. 10.386 nuovi casi e 366 morti. E il Veneto va a caccia di vaccini

Redazione Internet martedì 16 febbraio 2021

Oggi il il bollettino del ministero della Salute riporta 10.386 nuovi casi e 366 morti in Italia.

Sono stati 274.019 i test per il coronavirus (molecolari e antigenici) effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 179.278, circa 95 mila in meno, quindi. Il tasso di
positività è del 3,8%
, in calo a fronte del 4,1% di ieri (-0,3% in 24 ore).

In terapia intensiva risultano 2.074 pazienti affetti dal Covid, con un saldo giornaliero di 15 unità in meno tra ingressi e uscite. Gli ingressi giornalieri in rianimazione sono stati 154. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono ora 18.463, con un calo di 52 unità.

Vanno avanti le vaccinazioni​

Sono 3.057.132 le dosi di vaccino contro il Covid-19 finora somministrate in Italia, l'83.7% del totale di quelle consegnate (3.651.270, di cui 3.288.870 Pfizer/BioNTech, 112.800 Moderna e 249.600 Astrazeneca).

La somministrazione ha riguardato 1.925.859 donne e 1.131.273 uomini. Le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi sono 1.289.059. E' quanto si legge nel report online del commissario straordinario per l'emergenza sanitaria aggiornato alle 8:00 di oggi. Nel dettaglio, le dosi sono state somministrate a 2.063.001 operatori sanitari, 574.701 unità di personale non sanitario, 330.517 ospiti di strutture residenziali e 88.913 over 80.

Quattro zone rosse in Lombardia

E intanto tornano le zone rosse in Lombardia: una nel bresciano, a Castrezzato, una nel Varesotto, a Viggiù, una nel Pavese, a Mede, e l'ultima a Bollate, alle porte di Milano. I quattro comuni verranno "chiusi" da domani 18 fino al 24 febbraio. Lo ha stabilito con un'ordinanza il presidente della Regione Attilio Fontana per cluster dovuti alla diffusione di varianti del Covid.

In Campania individuata nuova variante del Covid​

"L'Istituto Pascale e l'Università Federico II hanno individuato un'altra variante del Covid-19, mai individuata prima in Italia". È quanto rende noto la Regione Campania. "Di questa variante al momento non si conoscono il potere di infezione, né altre sue caratteristiche come accade per molte varianti rare del virus. Si chiama B.1.525, e finora ne sono stati individuati soltanto 32 casi in Gran Bretagna, e pochi casi anche in Nigeria, Danimarca e Stati Uniti. Mai finora in Italia", si legge nella nota.

Il Veneto vorrebbe acquistare sul mercato 27 milioni di dosi aggiuntive

Nel giorno in cui in Italia si è superata quota 3 milioni di dosi somministrate di vaccino, il Veneto prosegue la caccia ai vaccini aggiuntivi disponibili sul mercato. Il governatore del Veneto, Luca Zaia ha ricordato a questo proposito che un comunicato della Commissione Ue chiarisce "che è possibile acquistare vaccini per il proprio territorio. Abbiamo offerte tramite intermediari sul territorio europeo, su vaccini autorizzati da Ema. L'ambito delle trattative è questo". E per la prima volta viene svelata l'entità delle offerte ricevute: sono due, una per 12 milioni e l'altra per 15 milioni di dosi.

"Mettere insieme le regioni per acquistare vaccini può essere una soluzione" ha proseguito il presidente del Veneto. "Arrivati a questo punto, troviamo assurdo che ci sia ancora il vincolo monopolista. Ma, da nostre verifiche, le regioni non sono vincolate all'Europa, bensì solo all'autorizzazione nazionale".
"Noi - ha proseguito Zaia - poniamo una questione formale: la disponibilità potenziale di 27 milioni di dosi sul mercato, che, se suddivise sull'intero territorio, permetterebbero di vaccinare per due-tre mesi, cosa non da poco. E penso che a noi ne bastino quattro o cinque milioni, perché in Veneto si vaccineranno in 3,5-4 milioni di persone".

Dopo il rinvio di Aifa alla struttura commissariale, la Regione Veneto ha ricevuto dal commissario Arcuri la richiesta di verifica formale del numero dei lotti con relative matricole. "Qualora sia tutto confermato - ha commentato il presidente del Veneto, Luca Zaia - e l'affare sia ritenuto corrispondente ad aspettative e norme, bisognerà capire bene se il vincolo di non poter operare fuori dall'ombrello europeo vale solo per gli stati o, come noi non crediamo anche per le regioni".

"Noi - ha aggiunto Zaia - vogliamo vaccini per tutti, perché la comunità scientifica ci dice che è l'unica via d'uscita e spero di creare un Veneto Covid free, perché significa anche vita per le aziende. Di certo, non li strapagheremo mai. E mi sorprende che in questo Paese ci si meravigli tanto che trattiamo con gli intermediari. Dopo di che, potremmo chiedere al commissario o all'Aifa di verificare per conto nostro la corrispondenza tra merce e contratto, in totale trasparenza".

Sono stati cambiati i criteri di utilizzo dei test rapidi antigenici: la nuova circolare del Ministero della salute

"Data la sensibilità analitica non ottimale" di diversi test rapidi oggi disponibili, "è consigliabile confermare la negatività di test antigenici eseguiti su pazienti sintomatici o con link epidemiologico con casi confermati di Covid-19". E "questa necessità è rafforzata dalla possibile circolazione di varianti virali con mutazioni a carico della proteina N, che è il principale antigene target utilizzato in questo tipo di test". A sottolinearlo e' una circolare del Ministero della Salute dal titolo "Aggiornamento sull'uso dei test antigenici e molecolari per la rilevazione di SARS-CoV-2", che aggiorna le indicazioni alla luce della circolazione delle nuove varianti del virus.

Alto Adige, verso chiusura scuole da lunedì 22 febbraio

Confermata la presenza della variante sudafricana del coronavirus in 4 comuni dell'Alto Adige. È quanto ha fatto sapere Arno Kompatscher, presidente della Provincia autonona di Bolzano.
"Putroppo era una cosa che ci aspettavamo - ha affermato - Sono 6 casi in 4 diversi Comuni".
In Alto Adige, già in lockdown fino al 28 febbraio, da lunedì molto probabilmente ci sarà una stretta sulle misure anti-contagio. Il nuovo provvedimento è legato ai confermati 6 casi della variante sudafricana (B.1.351) del coronavirus nella zona dei Burgraviato, ovvero Merano, Rifiano, San Pancrazio in Val d'Ultimo e Moso in Passiria. Nel pomeriggio la giunta provinciale discuterà un nuovo pacchetto di restrizioni. Al vaglio ci sono le limitazioni per il settore della scuola. Probabilmente dopo questa settimana, che in Alto Adige è di vacanza per il Carnevale, lunedì non riapriranno la scuola materna, la scuola elementare e la scuola media mentre le scuole superiori proseguiranno con la didattica a distanza. "La presenza della mutazione sudafricana in Alto Adige è una notizia preoccupante", ha commentato il governatore altoatesino Arno Kompatscher confermando nuovi accertamenti in località limitrofi a dove i sei casi sono stati rilevati.