Tecnologie presenti, tecnologie sotto accusa. La linea nella tratta Bitonto-Ruvo è coperta da moderni apparati come il blocco automatico. Priva però dell’
Scmt Sistema controllo marcia treno usato da Rfi –. Blocco automatico assente proprio nel luogo dell’impatto, dove sarebbe ancora in uso il cosiddetto «blocco telefonico», cioè la comunicazione telefonica del via libera sul binario unico.Ma la tragedia non tragga in inganno. La Puglia non va considerata una regione dove le ferrovie sono trascurate, ma inserita tra le più virtuose nella mobilità pubblica su ferro. Negli ultimi anni sono stati effettuati – e sono programmati – interventi di rinnovamento. Sia sulla rete gestita da FS – raddoppio di tratte di binario nell’ultima parte del "tacco" dello Stivale e innalzamento della velocità per transitare a 200 orari – sia sulla locale (ove operano Ferrovie del Sud-Est e Apulo Lucane, in questo caso potenziamenti straordinari in vista di Matera 2019) gestite da privati. Come le Ferrovie del Nord Barese (Ferrotramviaria Spa), azienda privata fondata nel 1937.La Bari-Barletta serve il territorio da metà anni ’60, lungo un tracciato di una settantina di chilometri e incide su un’area popolosa attraversando Comuni come Bitonto, Terlizzi, Ruvo, Corato e Andria. Elettrificata, per circa metà percorso a doppio binario la restante a binario unico, con una armamento (binari e traversine) rinnovato negli ultimi anni e sui quali corrono treni tecnologicamente avanzati. L’azienda possiede un parco di 21 elettrotreni costruiti da aziende leader, a partire dagli ultimi arrivati, gli spagnoli Caf. Nel 2015 le Ferrovie del Nord Barese hanno effettuato quasi 2 milioni di chilometri/treno grazie ad una flotta molto moderna. Infatti i due convogli coinvolti nel disastro di ieri sono un Coradia prodotto dalla Alstom a Savigliano (e consegnati tra il 2004 e il 2008) e un Flirt della svizzera Stadler. Due tipologie di treni di grandissimo successo in tutta Europa.