Dpcm. Le ipotesi: coprifuoco Covid alle 24, stop feste private, quarantena ridotta
Assembramenti nelle ultime sere ai Navigli, Milano
La diagnosi c’è: l’aumento di contagi, spiega il ministro della Salute Roberto Speranza alla riunione convocata alle 16 da Conte con i capi–delegazione, è molto legata alla convivialità e alla movida, in misura inferiore alla scuola. Ora bisogna scrivere la cura: il nuovo Dpcm. Che potrebbe cadere già domani sera o, se i contagi daranno tregua, mercoledì notte, alla scadenza naturale delle norme ora in vigore. Di certo la stretta ci sarà e, se possibile, si proverà ad accelerare. C’è il passaggio con le Regioni da fare, e da qui la presenza del ministro Boccia alla lunga (oltre 3 ore) riunione pomeridiana a Palazzo Chigi. Il premier inoltre non riterrebbe sbagliata una nuova informativa alle Camere prima di varare le misure. Il pacchetto, tuttavia, è pronto. Oggi pomeriggio il ministro Speranza e il Comitato tecnico–scientifico si incontreranno e le scriveranno nel dettaglio, arrivando anche a sciogliere alcuni nodi “sistemici”: la riduzione da 21 a 5 degli indicatori che devono “allarmare” le Regioni, il via libera ai test rapidi e salivari, forse la riduzione della quarantena da 14 a 10 giorni.
L’Italia chiude a mezzanotte. Dovrebbe essere questa la misura più significativa della nuova progressione governativa, che segue l’obbligo di mascherina varato questa settimana. Secondo quanto è filtrato dalla riunione governativa, alle ore 24 locali e bar saranno tenuti a chiudere. I governatori possono stringere ancora di più, non possono invece derogare in senso permissiva. E sin dalle 21 sarebbe bloccato il consumo di alcoolici davanti a bar e locali, il cosiddetto “divieto di sosta in piedi”. Si tratta di una stretta alla movida che poi dovrebbe trovare un cuscinetto con la manovra, con misure economiche ad hoc per questo settore.
Feste private nel mirino, cerimonie ai minimi. Per le feste private (compleanni, onomastici, ricorrenze), in casa o in esercizi pubblici, potrebbe scattare o un vero e proprio divieto o un limite massimo di 10 persone. Proprio la convivialità con familiari e persone più vicine viene considerato il principale fattore di rischio in questo momento. I "party" per le cerimonie (battesimi, matrimoni...) si potranno tenere con un numero massimo che sembra essere stato indicato in trenta. Il numero di 30 non c’entra con le presenze nelle chiese per i riti religiosi: lì valgono i protocolli in essere. Resterebbe il limite delle 200 persone per eventi al chiuso (anche nei palazzetti dello sport) e delle mille persone per gli eventi all’aperto.
Sport di contatto, si studia la limitazione. Potrebbe incorrere in uno stop, o in un nuovo protocollo più stringente, lo sport amatoriale di contatto, a partire dal “calcetto” per piccoli e grandi. Ma non è detto che l’intervento sia già oggetto del prossimo Dpcm.
La tensone sulle mascherine. Ieri al vertice dei capidelegazione il ministro dem Dario Franceschini si è speso molto per una chiarificazione in senso restrittivo sulle mascherine. Parlare di obbligo di utilizzo in casa con non conviventi, lo si intuisce, è pura velleità. Ma si spinge perché ci sia qualcosa in più di una “forte raccomandazione”: sono ospiti molto vicini (amici, familiari stretti) che stanno facendo aumentare la curva dei contagi. Schierato con Franceschini è anche Boccia, Conte sembra dubbioso sulla possibilità di “mettere il naso” dentro le case o comunque di varare prescrizioni poi non verificabili.
Dubbi ancora sulla durata delle nuove restrizioni: c’è una scuola di pensiero che le vuole attive sino alla fine dello stato d’emergenza, il 31 gennaio prossimo. E c’è chi invece manterrebbe lo schema dei Dpcm lunghi 15 giorni, di modo da lavorare “a fisarmonica” in base all’andamento dell’epidemia. Su questo pacchetto non ci sono grosse frizioni, solo la rappresentante di Italia Viva, Teresa Bellanova, ha raccomandato «razionalità e accortezza» rispetto alle ricadute economiche. Boccia assicura che i governatori convergeranno, anche se già nella serata di sabato sono arrivate le critiche del presidente ligure Toti alla stretta sulla movida.