Il tema. Coppie gay, scontro all’Europarlamento. Altre scintille tra Roccella e sindaci
«La non discriminazione fa parte dei valori chiave dell’Unione Europea». La commissaria europea per l’Inclusione e l’uguaglianza Helena Dalli ha lanciato un messaggio all’Italia, aprendo il dibattito al Parlamento Europeo sulla questione dei bambini delle “famiglie arcobaleno”. Un dibattito richiesto dai Verdi europei con il sostegno del gruppo dei Socialisti e democratici, e inserito all’ultimo momento nella giornata della miniplenaria del Parlamento Europeo a Bruxelles. «Nel 2020 – ha dichiarato – la Commissione ha adottato la prima strategia sull’uguaglianza Lgtbqi. Questa strategia punta a creare un’Unione in cui le persone Lgtbiq in tutte le loro differenze sono sicure ed hanno uguali opportunità di partecipare in pieno alla società e raggiungere il loro pieno potenziale. Questo include uguali opportunità e diritti di figli con genitori dello stesso sesso. Tutti i bambini hanno diritto agli stessi diritti, a prescindere da come sono stati concepiti».
La commissaria ammette che gli Stati membri possono decidere se, a livello nazionale, i bambini possono o meno avere genitori dello stesso sesso, ma Bruxelles ha il potere di prendere misure per far sì che, quando in gioco sono situazioni transnazionali, gli Stati membri «riconoscano quanto stabilito da un altro Stato». Il dibattito, prevedibilmente, si è spaccato in due. La prima a intervenire è stata Alessandra Mussolini (Forza Italia, per i Popolari). «Tirano in ballo di diritti dei bambini di coppie omosessuali per attaccare il governo – tuona – la verità è che dietro lo stop ai sindaci italiani c’è una sentenza della Corte di Cassazione». «Dico no all’orbanizzazione (il riferimento è al premier ungherese Viktor Orbán, ultraconservatore) dell’Italia – replica il capo della delegazione del gruppo del Pd al Parlamento Europeo Brando Benifei -. Non ci sono bambini di serie A o serie B». Interviene Carlo Fidanza di FdI: « È una battaglia tutta ideologica – tuona -, chi si nasconde dietro questi attacchi, nasconde che questi bambini assumono tutti i diritti dei genitori biologici. Il problema è che, se fossero iscritti due genitori omosessuali vorrebbe dire approvare l’utero affitto». «I bambini – è invece la replica di Tiziana Beghin di M5s – sono bambini a prescindere da come sono venuti al mondo. Quello che sta succedendo in Italia è vergognoso». «Un riconoscimento di tale genere – ribatte la leghista Alessandra Basso, in riferimento alla pratica dell’”utero in affitto” – vorrebbe dire fare entrare dalla finestra quello che non è entrato dalla porta».
Il dibattito all’Europarlamento nasce dalla presenza a Bruxelles di Beppe Sala, sindaco di Milano, che chiede e ottiene da Verdi, Pd e 5s di aprire il dibattito in sede europea. Sala afferma di aver trovato «un’ampia convergenza» per creare un fronte politico che si estenda dalla sinistra al Terzo Polo, passando per Verdi e Pd. Un «campo largo», insomma. Ma la ministro della Famiglia Eugenia Roccella stoppa ogni speranza di dialogo. «Non c’è un confronto da fare», sottolinea. «Ci sono leggi e una sentenza precisa. I sindaci sanno quello che possono e che non possono fare. Non c’è qualcosa da contrattare». In sostanza, il riconoscimento della genitorialità, dice la ministra, «non può essere affidato ad uno strumento di carattere automatico» perché questo automatismo «non è funzionale alla realizzazione del miglior interesse del minore, attuando semmai quello degli adulti che aspirano ad avere un figlio a tutti i costi».
All'Eurocamera Sala ha invece chiesto all’Ue «di forzare il governo ad essere chiaro». «Io e altri sindaci abbiamo chiesto al Parlamento italiano che si trovi una soluzione normativa per discutere la questione dell’equiparazione dei matrimoni», viene allo scoperto il sindaco di Milano. «La via delle adozioni con questo sistema non funziona», sostiene Sala. Mentre Lo Russo, sindaco di Torino, lancia ufficialmente la manifestazione del 12 maggio a favore delle coppie arcobaleno.