Attualità

CAMPANIA VIOLATA. Smaltiti illegalmente 25 milioni di copertoni

Antonio Maria Mira venerdì 3 agosto 2012
Una pila alta 7.500 chilometri, quasi mille volte l’Everest. O, a scelta, una fila lunga 12.500 chilometri, dieci volta la distanza Milano-Reggio Calabria. Sono gli pneumatici abbandonati in Campania. Lungo le strade, in campagna, nelle periferie. In grandi e piccole discariche abusive. Ottimo combustibile per i "roghi dei rifiuti". Da bruciare per rimediare il metallo o per incenerire rifiuti ancor più tossici. Comunque tra i maggiori responsabili dei fumi neri e densi che ammorbano la "terra dei fuochi" tra le province di Napoli e Caserta. E, infatti, in una recente circolare di cui abbiamo scritto due giorni fa, il prefetto di Napoli chiede informazioni alle forze dell’ordine proprio sul settore dello smaltimento dei copertoni.Una quantità enorme quella smaltita illegalmente, attualmente circa 250mila tonnellate, l’equivalente di 25 milioni di pneumatici, che messi uno sull’altro o in fila danno le misure con cui abbiamo iniziato il nostro viaggio. Cifre che spaventano e preoccupano. Ma che non devono stupire. Malgrado le recenti norme (decreto n.82 dell’11 aprile 2011) prevedano l’obbligo dello smaltimento, a cura dei produttori e importatori di pneumatici, gran parte di quelli dismessi in Campania finisce in una sorta di "buco nero" di illegalità. Facciamo anche qui alcuni conti. Ogni anno nella regione si consumano (cioè si dismettono, comprandone di nuovi) circa 30mila tonnellate di pneumatici (in tutta Italia 380mila). Tra settembre 2011 e giugno 2012, Ecopnues, il maggiore consorzio di smaltimento, costituito dai più grandi produttori italiani e stranieri, ne ha smaltite esattamente 13.565. Meno del 50 per cento, anche se bisogna aggiungere le cifre, molto più basse, di altri consorzi più piccoli. In realtà va molto peggio. Perché c’è un’altra questione che fa saltare tutti i conti. Purtroppo, come ci spiegano in Confindustria, circa il 40 per cento del mercato degli pneumatici campani è in nero. In pratica sconosciuto. Ed è chiaro che chi compra e vende in nero non smaltirà mai secondo la legge ma ugualmente in nero. Una situazione che, ovviamente, cambia e distorce tutto. E che spiega, almeno in parte, come mai ci sono in giro, sparse ovunque, quelle 250mila tonnellate. Pronte all’uso per gli incendiari. Ma, allora, quanto davvero si smaltisce e quanto finisce nell’illegalità? Un’analisi la fece ben  tre anni fa la Guardia di Finanza per conto dell’allora prefetto di Napoli, Alessandro Pansa. Un’indagine, spiegò nel luglio 2009 alla Commissione parlamentare sulle Ecomafie, dalla quale «risulta che non più del 20 per cento dei copertoni sono smaltiti legalmente nel nostro territorio. Attualmente il circuito è gestito illegalmente all’80 per cento». E aveva anche spiegato il sistema. «I gommisti lasciano i copertoni la sera davanti al negozio, chiudono e se ne vanno. Qualcuno, successivamente, passa e ritira. Al mattino il gommista, come per miracolo, non le trova più davanti al negozio». Così non deve spendere niente (o molto meno) per smaltirli. «Il titolare - aggiungeva ancora il prefetto - dichiara che non ha potuto smaltire regolarmente, perché nella notte gli hanno rubato i copertoni. Questo è un po’ il gioco che viene fatto e i gommisti lucrano sulla situazione». Magari lasciando una "mancia" agli smaltitori illegali. Ora l’entrata in vigore del decreto e la nascita dei consorzi dovrebbe permettere la tracciabilità degli pneumatici, dalla fabbrica allo smaltimento. E senza costi per i gommisti. Se non ci fosse quell’enorme mercato nero. Una situazione che richiederebbe un maggiore controllo in particolare da parte dei grandi produttori. In gioco c’è la salute dei cittadini e dell’ambiente, ma anche il libero mercato. Anche perché in tutto questo c’è sicuramente un ruolo della criminalità. Non per niente in Campania tra il 2005 e il 2011, come riporta il rapporto "Copertone selvaggio" elaborato da Legambiente e Ecopneus, sono state sequestrate 225 discariche abusive di pneumatici, quasi il 17 per cento di tutti i sequestri in Italia, con una superficie di più di un milione di metri quadrati. Une fenomeno che, malgrado la nuova norma, non accenna a diminuire. Tra aprile 2011 (mese di entrata in vigore del nuovo decreto) e maggio 2012 sono state sequestrate altre dieci discariche abusive di copertoni, su una superficie di quasi 34mila metri quadrati. Eppure lo smaltimento funziona e conviene, dal recupero di materiali al riutilizzo (vedi altro articolo), all’uso come combustibile nei cementifici come avviene in uno di Salerno (anche qui è Campania…), che opera sotto un rigido controllo delle emissioni da parte dell’Arpac. Insomma smaltire legalmente e convenientemente si può e si fa. Ma quell’Everest moltiplicato per mille è ancora lì nella "terra dei fuochi".