Attualità

L'ODISSEA. Conventi nelle tendopoli: «E non molliamo»

Chiara Santomiero mercoledì 6 maggio 2009
«Tutti salvi, gra­zie a Dio, ma privi di tutto». Don Daniele Pinton, vica­rio per il clero della dioce­si dell’Aquila, sintetizza così la situazione dei sa­cerdoti e dei religiosi del­la città colpita dal sisma, in particolare quelli che a­bitavano nel centro stori­co. «Sono circa settanta i sacerdoti rimasti senza ca­sa – afferma –. Alcuni po­tranno rientrare a breve nelle canoniche dichiarate agibili, ma almeno ventidue di esse sono completamente distrutte. I pre­ti più anziani sono ospitati nel convento di San Francesco a Carsoli mentre gli altri vivono nelle tendopoli, che raccolgono pressappoco le persone della parrocchia di quel territorio». Scampati a volte in mo­do molto fortuito alla scossa del 6 aprile scorso, non hanno potuto portare nulla con sé nè recuperarlo in seguito, nemme­no un cambio di biancheria. «Nella prima emergenza – spiega don Pizzon – ci è ve­nuta in soccorso la solidarietà dei vescovi dell’Abruzzo-Molise e quella di alcune dit­te di abiti per il clero e di paramenti sacri. Adesso abbiamo attivato un numero di conto corrente per chi volesse destinare delle offerte per i sacerdoti e per officiare delle Messe». Gravemente danneggiate o comunque i­nagibili anche la maggior parte delle case delle religiose. «Le monache agostiniane del convento di Sant’Amico – don Pinton ha in mente tut­ta la mappa degli spostamenti – sono a­desso a Roma e a Cascia; le clarisse di Pa­ganica, che a causa del terremoto hanno perso la badessa, sono a Pollenza, nella diocesi di Macerata, mentre le monache benedettine celestine si dividono tra la tendopoli di Fossa e Città Ducale, nella diocesi di Rieti. Tutte le suore più giovani, però, stanno cercando allestimenti pre­fabbricati accanto ai loro conventi disa­strati per tornare al più presto e stare in mezzo alla loro gente». In via XX Settembre, dove sorgeva la Casa dello studente il cui crollo ha causato tan­te vittime, c’era il convento delle Maestre Pie Filippini. I Vigili del fuoco che hanno effettuato il sopralluogo per verificare le condizioni dello stabile, hanno chiesto al­la superiora, suor Lucia Estrafallaces, se qualcuno - la notte del terremoto - le ab­bia portate giù in braccio e messe in sal­vo. «Santa Lucia - afferma senza esitazio­ni la superiora - , non c’è altra spiegazione per essere uscite senza un graffio, noi sei suore e sette delle ragazze ospitate nel no­stro pensionato universitario». «È stato ter­rificante - ricorda la suora che si com­muove rivivendo la scena - : c’è stato un boato e poi la casa si muoveva tutta e le scale ondeggiavano. Fuori si sentivano i ragazzi della Casa dello studente che ur­lavano, si chiamavano; c’era puzza di gas e gente sui tetti. Era tutto buio. Suore e ra­gazze ci siamo abbracciate, non riusciva­mo a credere di essere in salvo». Adesso le Maestre Pie Filippini sono ospitate a Scur­cola marsicana, ma intendono prosegui­re l’attività scolastica appena avranno a disposizione una struttura adatta:«Tra scuola materna ed elementari abbiamo circa 200 alunni. Ci hanno chiamato, stan­no tutti bene, sparpagliati tra case di pa­renti, tendopoli, alberghi. Come Dio vorrà, ricominceremo». Intenzionate a ricominciare presto l’atti­vità scolastica anche le suore Francesca­ne missionarie di Gesù Bambino, più co­nosciute come Micarelli, dal nome della fondatrice. Tra scuola materna, elementare e medie, gli alunni sono circa 200: «Sia i genitori che i ragazzi - afferma la superiora suor Luciana Fagnano - ci chiedono di conti­nuare la scuola e sono preoccupati di co­sa accadrà a settembre, per il prossimo an­no scolastico. Nemmeno noi abbiamo ri­sposte per il futuro, tranne la nostra in­tenzione di non andar via da L’Aquila». Suor Fagnano ha un desiderio: «Quattro dei nostri ragazzi delle medie hanno su­perato la fase regionale dei giochi mate­matici dell’Università Bocconi e dovreb­bero recarsi alla finale a Milano: ci piace­rebbe, nonostante questa fase di preca­rietà, che potessero parteciparvi». Sei delle suore Micarelli vivono nella ten­dopoli di Collemaggio:«Stiamo condivi­dendo la fatica delle persone, sentendoci parte di una comunità e collaborando con i sacerdoti». In aiuto dei sacerdoti aquilani sono giun­ti alcuni Missionari del Verbo incarnato, Legionari di Cristo e Orionini. «Se altri sa­cerdoti potessero darci la loro disponibi­lità - dichiara don Pinton - l’accoglierem­mo volentieri. Tra alcune settimane, po­tremmo dare qualche giorno di riposo ai nostri sacerdoti che sono impegnati in un intenso tour de force per garantire assi­stenza a tutti e provati dalla difficoltà che vive la loro gente».