Milano. Maroni indagato per concussione
Arriva il turno di Roberto Maroni e ancora per Expo (quarta inchiesta). Dopo un anno e mezzo dall’insediamento, il presidente leghista della Regione Lombardia è accusato di concussione per induzione, la cosiddetta concussione light. L’inchiesta è partita dalla procura di Busto Arsizio. La firma (col sostituto Pasquale Adesso) Eugenio Fusco, che in “trasferta” da Milano ha chiuso a tempo di record l’inchiesta sulla corruzione monstre in Finmeccanica per la vendita di elicotteri Augusta al governo indiano. Ma scartabellando su maxi contratti, ha concluso che Maroni ha dei mini contratti di cui rendere conto. «Induceva esponenti di Eupolis ed Expo a promettere e, quindi, dare indebitamente utilità economiche a due donne Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo». «Abusava della qualità e dei poteri inerenti la carica di Presidente di Regione su Enti e società partecipate dalla Regione»: si tratta di Eupolis, ente di ricerca, statistica e formazione, ed Expo 2015 (40% Ministero Economia, 20% Regione, 20% Comune di Milano). Allo stesso reato ha “concorso” Giacomo Ciriello, muovendosi “materialmente su mandato” di Maroni, che le due donne le conosce da tempo. La prima, Mara Carluccio da quando era ancora ministro degli Interni. Proprio al Viminale la donna è stata impegnata a titolo gratuito come consulente alla direzione centrale polizia criminale sino al 20 aprile 2023. Per la consulenza di sei mesi a Eupolis avrebbe invece lei stessa “fissato” il compenso in 29.500 euro, per “ragioni fiscali”, secondo l’accusa. Il secondo contratto è per Maria Grazia Paturzo. Firmato da Expo 2015 SPA attraverso la società Obiettivo Lavoro Temporary Manager, partito dal novembre del 2013, dura due anni. «È stato concluso per garantire esclusivamente una indebita utilità economica pari alla somma di 5.417 euro mensili». La Paturzo avrebbe dovuto promuovere eventi come il World Expo-Tour e il Tour delle Province lombarde per illustrare finalità e opportunità create dall’Esposizione.«La loro attività, con mansioni diverse - sostiene Maroni - è finalizzata all’ottimizzazione e all’efficienza della macchina organizzativa dell’evento Expo. È un’attività quotidiana di supporto». E si svolge quotidianamente a Roma nella sede della Regione Lombardia, via del Gesù 67. A Milano le conoscono in pochi, anche tra gli addetti alla comunicazione. Expo Spa precisa infatti di aver «accolto per la Paturzo la segnalazione venuta dal gabinetto del presidente, poiché le attività connesse alla gestione delle relazioni con le istituzioni hanno per loro natura intrinseca carattere fiduciario. E la Regione Lombardia ha indicato in Maria Grazia Paturzo il profilo idoneo al ruolo da ricoprire».Più esplicito il segretario Ciriello, bussando a contratti, non aveva remore a «manifestare che tale era il desiderio» del capo. Sino a spiegare che lui non era «riuscito a collocare le due donne nello staff del Presidente, perché la loro assunzione sarebbe stata soggetta ai controlli della Corte dei Conti». Chi fossero i “perseguitati”, le vittime delle pressioni, l’inchiesta di Fusco non lo dice. Il procuratore cerca di “cristallizzarli” con tutte le altre possibili prove, documenti, telefonini, computer, sequestrati nelle perquisizioni contemporanee dei carabinieri nelle due sedi della Regione. Per il resto si affida a testimoni (ieri ne ha sentiti tre) che sembra non manchino. «Molto sorpreso», Roberto Maroni. Per il presidente, che si propone di ripeterlo a un agitato consiglio regionale, «tutto è regolare, trasparente e assolutamente legittimo».