Coronavirus. Conte: «Ue sia forte e solidale». Il grazie alla Chiesa
L'ultimo incontro tra papa Francesco e il premier Conte
pregato per i governanti chiamati a prendere misure difficili in un momento estremamente delicato.
Per Conte l’Unione europea «deve essere all’altezza del suo ruolo per affrontare la sfida che ha di fronte e per farlo è chiamata a compiere un deciso cambio di passo dal punto di vista politico e sociale». Infatti «per chi ha veramente a cuore l’Ue, per chi crede in un’Europa unita, forte e solidale, all’altezza della sua storia, è il momento di compiere passi risoluti, promuovendo tutti i mezzi per la ricostruzione». Così «se vogliamo preservare la nostra casa comune, è il momento di ragionare come una squadra».
Il premier poi ribadisce che «tra il Governo e le opposizioni c’è un confronto costante». E chiosa: «Abbiamo chiesto ai cittadini di essere uniti, è dovere della politica dare l’esempio». Riguardo al divieto di celebrare messe con il popolo Conte afferma di comprendere «il rammarico che l’intera comunità di fedeli prova nel vivere una Pasqua diversa, lontani dal calore e dall’affetto dei propri cari, impossibilitati a partecipare alle celebrazioni del Triduo, culmine e centro dell’anno liturgico, a cui il nostro popolo è così legato». «Siamo consapevoli – aggiunge - del grande sacrificio che stiamo chiedendo ai fedeli e ai pastori, costretti a celebrare sine populo i riti della Settimana Santa». Di qui un ringraziamento esplicito alla Cei: «Il Governo, che ha costantemente e doverosamente informato la Conferenza episcopale italiana in ogni più delicato passaggio, è grato per il senso di responsabilità con il quale i Vescovi italiani, sotto la guida del cardinale Bassetti, hanno accolto queste misure, nella consapevolezza dei beni supremi coinvolti in questo momento così drammatico per la comunità nazionale».
Conte poi ribadisce che «il governo di certo non si gira dall’altra parte rispetto alla condizione delle carceri e alla tutela della salute dei detenuti e di tutti coloro che in esse lavorano». E si dice «fiero e commosso davanti ai gesti di grande abnegazione e generosità a cui stiamo assistendo in questo triste periodo della nostra storia». Con un grazie particolare «ai medici e agli infermieri che sono in prima linea nelle corsie degli ospedali».