Virus. Crescono i nuovi contagi, giù i decessi. L'Istat confronta i morti del 2019
Angelo Borrelli
Crescono nuovamente i contagi, il numero dei morti rimane alto, ma in lieve flessione. Ecco l’aggiornamento quotidiano nazionale (insieme ai numeri dei due giorni precedenti) reso noto da Angelo Borrelli, capo del Dipartimento della Protezione Civile. I nuovi contagi sono 2.937 (l’altro ieri 1.648 e ieri 2.107). Fra questi, 1.565 in Lombardia, con il doppio dei tamponi effettuati ieri (l’altro ieri erano stati 1.154 e ieri 1.047). Sempre rispetto a ieri, i guariti sono 1.118 (l’altro ieri 1.590 e ieri 1.109). I decessi restano molti, 727 (l’altro ieri 812, ieri 837), fra questi, sono 394 le vittime in Lombardia (458 l’altro ieri, 381 ieri). I ricoverati nelle terapie intensive, infine, sono 4.035 (l’altro ieri 3.981, ieri 4.023). Dei quali 1.342 in Lombardia, tornando a crescere (più 18 sempre rispetto a ieri, 1.324).
Altri numeri. Pesantissimi. Secondo l’Istat, nei primi 21 giorni di marzo il coronavirus ha raddoppiato i decessi in alcune zone del Nord e a Bergamo addirittura li ha quadruplicati (“da una media di 91 casi nel 2015-2019” si è passati “ai 398 nel 2020”). L’Istituto ha analizzato le morti appunto nei primi 21 giorni del mese finito ieri e li ha rapportati alla media registrata dello stesso periodo dal 2015 al 2019. E “incrementi della stessa intensità registrata Bergamo, quando non superiori - annota l’Istat -, interessano la maggior parte dei comuni della provincia bergamasca”.
L’Istituto spiega che “l’incremento dei decessi è ravvisabile solo a partire dalla fine di febbraio e dalla prima settimana di marzo ed è concentrato nei comuni del Nord e del Centro in cui l’epidemia si è diffusa di più”. Con gli aumenti “ragguardevoli non solo nei centri urbani maggiori, ma anche in realtà comunali di dimensioni demografiche più contenute”.
Ancora. “Situazioni particolarmente allarmanti – si legge – si riscontrano anche nella provincia di Brescia, nel cui capoluogo i decessi nelle prime tre settimane di marzo sono più che raddoppiati: da 134 nel 2015/2019 a 381 nel 2020. Va ancora rilevato come incrementi superiori al 200% siano presenti anche in capoluoghi come Piacenza o Pesaro. Considerando il genere e la classe di età dei deceduti, si conferma il maggiore incremento dei decessi degli uomini e delle persone maggiori di 74 anni di età”.