Consultazioni. Salvini pronto a ricucire. Di Maio: no al voto. Pd: vera svolta o urne
Consultazioni al Quirinale (Ansa)
Seconda giornata di consultazioni al Quirinale, alla ricerca di uno sbocco alla crisi di governo, innescata dalla Lega, che nei giorni aveva annunciato la sfiducia al premier Conte. (Leggi l'articolo sulla prima giornata)
Un primo dato saliente della giornata, è la disponibilità espressa da Matteo Salvini a fare marcia indietro: "Ero consapevole di un governo fermo, ma se si vuol far ripartire il Paese noi siamo pronti senza pregiudiziali senza guardare indietro". Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini al termine delle consultazioni con il presidente Mattarella concludendo le sue dichiarazioni alla stampa. "Non porto rancore", ha anche dichiarato, dicendosi disponibile "a ragionare sul per e non sui contro", aprendo all'altro vicepremier, scindendo le sue responsabilità e capacità dagli altri leader pentastellati: "Ritengo che Di Maio abbia lavorato bene, agli insulti di altri non rispondo". Un'apertura all'ultimo secondo, quindi, ai vecchi alleati per tentare la via di un governo gialloverde bis.
Luigi Di Maio, l'altro vicepremier, fa sapere che non vuole andare alle urne, anche perché in questo momento l'Italia non può permetterselo e invece occorre una maggioranza solida. Quindi disponibilità a trattare. Ma non parla del Pd. Anche se non sembra avere digerito le mosse di Salvini: "L'esperienza di governo ha segnato il Movimento. Si basava sulla sottoscrizione di un contratto, sulla lealtà tra forze politiche che è stata minata da una rottura unilaterale". E ha indicato 10 punti su cui impegnare il prossimo governo (vedi sotto)
D'altra parte c'è il Partito democratico che si è detto pronto a una diversa maggioranza di governo, con un'intesa chiara con il M5s e una svolta rispetto alla linea perseguita della Lega. Maggioranza che potrebbe avere i numeri in Parlamento.
Ecco la cronaca della giornata
La prima delegazione a salire al Colle oggi è stata quella di Fratelli d'Italia. «Ridare la parola agli italiani», dunque voto subito per rispettare la volontà popolare e dare al Paese il governo stabile e duraturo di cui ha bisogno. La leader di Fdi, Giorgia Meloni, parla di un confronto «franco e schietto» con il capo dello Stato in cui ha ribadito la posizione che il partito porta avanti da mesi, soprattutto da dopo il voto alle Europee. Qualsiasi ipotesi, ricorda, compresa quella in atto tra Pd e M5s è «oscena».
Poi è stato il turno del Partito democratico che ha espresso una linea di apertura a una diversa maggioranza. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha infatti detto, al termine del colloquio: «Abbiamo manifestato al presidente della Repubblica la disponibilità a verificare la formazione di una diversa maggioranza e l’avvio di una fase politica nuova e un governo nel segno della discontinuità politica e programmatica».
Ma è il ragionamento che, leggendo i suoi appunti su un foglietto di carta, pronuncia il segretario dem – all’incontro con Mattarella oltre ai due capigruppo di Camera e Senato hanno partecipato anche la vicesegretaria del partito Paola De Micheli e Paolo Gentiloni – a rendere più praticabile la possibilità di una nuova maggioranza in tempi brevi. «Per noi non si tratta di una scelta facile, anche a causa di un'eredità pesante che ci ha lasciato il precedente governo – precisa subito Zingaretti - e della distanza politica con alcune forze, in particolare con M5s, protagonista della precedente esperienza di governo. Ma è giusto provarci per il bene del Paese. Però ci sono dei principi non negoziabili su cui il Pd non può transigere: primo tra tutti la vocazione europeista del nuovo governo, così come la centralità del Parlamento e una nuova politica migratoria che facevano già parte dei cinque punti approvati all’unanimità dalla direzione di largo del Nazareno ieri mattina. Tuttavia, conclude, «se non dovessero esistere queste condizioni tutte da verificare lo sbocco della crisi sono nuove elezioni anticipate alle quali il Pd è pronto».
La mattinata al Quirinale si è chiusa con l'incontro del presidente Mattarella con la delegazione di Forza Italia, composta da Silvio Berlusconi e Antonio Tajani e dalle due capigruppo di Camera e Senato. Nessuna novità, è stata ribadita già annunciata in questi giorni: o maggioranza di centrodestra o voto. Fi, riconoscendo la gravità della crisi innescata in un periodo complesso del nostro Paese, ha sottolineato che i progetti di governo si costruiscono con il tempo, tra persone con idee compatibili, senza «nascere in un laboratorio» o «solo da un contratto». Ecco perché un nuovo governo frutto di «una maggioranza improvvisata», magari che ha i numeri in Parlamento, ma che non rispecchia la maggioranza degli italiani, sarebbe «un rischio» e non sarebbe oltretutto duraturo. Perciò in nessun caso Forza Italia, dice Berlusconi, «è disponibile ad appoggiare maggioranze, composte da chi abbiamo contrastato in campagna elettorale». Invece il partito «propone il modello di centrodestra» che sta governando in molte parti del Paese, per avere «un governo forte e legittimato». Altrimenti la strada è una sola: elezioni anticipate.
Nel pomeriggio è arrivato Matteo Salvini con la delegazione della Lega. Al termine ha incontrato la stampa come di rito e ha spiegato che si è arrivati alla crisi per i "troppi no" del Movimento 5 stelle. Quindi ha sostenuto che la via maestra per uscire da questa situazione dovrebbe essere il voto. Un governo Pd-M5s avrebbe come unico collante la contrapposizione alla Lega e sarebbe solo un ritorno alla vecchia politica. Delle aperture in extremis agli ormai ex alleati abbiamo scritto sopra.
Infine è stata la volta del Movimento 5 stelle. "Ringraziamo Mattarella punto di riferimento in questo momento di crisi", ha affermato il capo politico, Luigi Di Maio, al termine delle consultazioni con il Presidente della Repubblica, che ha continuato, lanciando una frecciata a Salvini: "La crisi di governo ha fatto male a milioni di italiani, basta pensare che a causa della crisi il Consiglio dei ministri non riesce ad approvare leggi che servono a milioni di italiani. Ma il M5s è il primo partito in Parlamento e i cittadini ci hanno eletto per cambiare il Paese non assecondare capricci".
Quindi Di Maio ha rilanciato quelle che sono le priorità per il Movimento, a iniziare dalla riduzione del numero dei parlamentari: "Manca solo un voto: il taglio deve essere priorità in Aula". E, come è stato detto durante l'incontro con Mattarella, ha elencato "quelli che secondo noi sono obiettivi prioritari per gli italiani" ovvero 10 impegni che secondo noi devono essere portati a compimento". Eccoli:
1) TAGLIO PARLAMENTARI. È il punto che il capo politico del M5s ha messo in primo piano al termine delle consultazioni: "deve essere un obiettivo di legislatura" precisa
2) MANOVRA. "deve essere equa" e contenere la sterilizzazione dell'aumento dell'Iva, il salario minimo, il taglio del cuneo fiscale e misure a sostegno delle famiglie, della natalità, dei disabili e per l'emergenza abitativa. "Avevamo promesso di abbassare le tasse alle imprese che assumono e va fatto. E va dichiarato illegale uno stipendio di 2 o 3 euro l'ora" dice.
3) AMBIENTE. "Serve un cambio di paradigma" precisa Di Maio che annuncia gli obiettivi di un'Italia al 100% Rinnovabile, di un Green New deal per l'utilizzo di fonti rinnovabili di energia. "I piani di investimento pubblici dovranno avere al centro la tutela dell'ambiente" e affrontare "il nodo dei cambiamenti climatici". E basta inceneritori, No alle trivelle , Sì all'economia circolare. "serve poi una legge sui rifiuti zero e
sugli investimenti alla mobilità sostenibile".
4) INFORMAZIONE: Il M5s punta ad una legge sul conflitto di interessi e alla riforma della RAI, ispirata al modello della Bbc inglese. "Se i cittadini pagano il canone hanno diritto ad una tv di qualità" dice
5) GIUSTIZIA E CSM. "Dobbiamo dimezzare i tempi della giustizia e riformare i modi di elezione del Csm. I cittadini e le imprese hanno bisogno di una giustizia efficace e veloce" dice Di Maio.
6) AUTONOMIA differenziata e riforma enti locali. Va completato il processo e avviato un piano di cancellazione degli enti inutili
7) LEGALITÀ. Carcere per i grandi evasori, inasprimento delle pene per i reati finanziari e per chi organizza i traffici illeciti e serio contrasto a chi organizza l'immigrazione clandestina
8) SUD. Serve un piano straordinario di investimenti per il Sud che contempli anche la creazione di una banca pubblica per gli investimenti
9) BANCHE. Per il M5s occorre una riforma sistema bancario che separi le banche di investimento dalle banche commerciali .
10)TUTELA DEI BENI COMUNI. Dalla scuola all'acqua pubblica fino alla sanità e passando per le infrastrutture che "appartengono ai cittadini" e revisionando le concessioni autostradali.