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ISTITUZIONI. Il nuovo presidente della Consulta: «Per me il referendum va avanti»

Antonio Maria Mira martedì 7 giugno 2011
I referendum incassano due "supporter" di primo piano. Due presidenti "vicini di casa". Appena eletto alla guida della Corte Costituzionale, Alfredo Quaranta spiega che la Consulta «non potrà fermare il referendum» sul nucleare. Quello sul quale è chiamata a decidere proprio oggi. E dallo stesso "colle", ma nel palazzo di fronte, il Quirinale, il Capo dello Stato così risponde a chi gli chiede se domenica andrà a votare: «Io sono un elettore che fa sempre il suo dovere». Due prese di posizione certamente bene accolte dai referendari. Anche perché, diversamente da Napolitano, molti esponenti politici e di governo hanno annunciato che non andranno a votare.Ma è soprattutto quella del presidente Quaranta, giunta pochi minuti dopo la sue elezione, a larga maggioranza (10 giudici a favore e 3 astenuti), a far ben sperare il fronte antiatomo. Oltretutto perché arriva assieme ad altre significative affermazioni. «Ritengo inopportune le interferenze esterne sull’autonomia della Corte». Un riferimento alle pressioni che ci sarebbero state sulla scelta dei giudici in corsa per la presidenza. «Questa mia elezione – ha infatti aggiunto – fa giustizia di ogni illazione sulla presunta politicizzazione della Corte, che spero cessi». Nei giorni scorsi, infatti, il suo nome era stato contrapposto a quello dei giudici Maddalena e Finocchiaro (eletti ieri vicepresidenti) definiti "di sinistra". Un etichetta di "giudice di destra" che gli era stata affibbiata quando era stato battuto di un solo voto, in occasione della precedente elezione, da Ugo De Siervo, che in Consulta era arrivato su indicazione del centrosinistra. Ma Quaranta (indicato dal Consiglio di Stato) non ci sta e oltre alla "sortita" su referendum, ci tiene a rimarcare l’indipendenza della Corte che, assicura, «agisce in piena autonomia e qualche volta può accadere che dall’esterno ci siano pressioni che io giudico inopportune». E tanto perché sia chiaro a cosa si riferisca, aggiunge: «Quando leggo sulla stampa che è inopportuna la scelta di un presidente rispetto ad un altro, la giudico un’interferenza inopportuna». E assicura che «ogni mio sforzo sarà diretto al miglioramento dell’istituto. La Corte continuerà ad operare nel pieno rispetto dei principi dell’imparzialità, della terzietà, dell’indipendenza e della collegialità». Ma poi, un po’ a sorpresa, arriva la mezza anticipazione sul referendum antinucleare che il governo, con una propria memoria, chiede alla Consulta di bloccare dichiarando inammissibile il nuovo questi così come riformulato dalla Cassazione. «Personalmente ritengo che la Corte non possa bloccare il referendum». Quaranta puntualizza che si tratta di una sua valutazione personale, perché, sottolinea, «questa tematica sarà sottoposta all’esame specifico della corte, che domattina (oggi, ndr) ascolterà le parti, inclusa l’Avvocatura dello Stato per conto del governo, che hanno presentato memorie». Ma a parte il suo parere, il neopresidente non si sbilancia sul verdetto di oggi: «È difficile rispondere se sarà una decisione semplice o complessa. La Corte valuterà tutti gli elementi e poi deciderà». E ai giornalisti che premono invita ad avere «pazienza: domani, al massimo dopodomani. La Corte agirà con estrema rapidità». E a proposito di rapidità, Quaranta auspica che «il Parlamento provveda a nominare presto il quindicesimo giudice, per consentire alla Corte di operare nella pienezza della sua composizione».