Primarie. Congresso del Pd, ecco le mozioni dei «big»: unità e lavoro le priorità
La sede del Pd in largo del Nazareno a Roma
Rombano ormai i motori dei concorrenti per la la segreteria del Partito democratico: pubblicate le mozioni a favore di Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti. E tutte puntano sul «riformismo », diversamente interpretato ma comunque da contrapporre al nazional-populismo dell’attuale maggioranza giallo-verde, sull’unità di un partito da rigenerare, ma anche sulla necessità di garantire la qualità del lavoro e di operare una svolta verde a favore dell’ambiente, che coinvolga ovviamente anche l’economia. La discriminante delle eventuali alleanze, ovvero dell’atteggiamento da tenere nei confronti del Movimento 5 stelle, non emerge con chiarezza. Anzi, commentando il Manifesto dei sindaci dem per il Congresso, Nicola Zingaretti (il più 'sospettato' di aperture verso i grillini), ha dichiarato che «con i 5 stelle non vogliamo allearci e li vogliamo sconfiggere».
Zingaretti: «Prima le persone». «Un congresso per riaccendere la speranza» è quello che chiedono il governatore del Lazio e i suoi sostenitori: «Possiamo continuare a lamentarci, dividerci, isolarci fino all’irrilevanza, oppure decidere di combattere perché l’avvenire torni ad essere un luogo della speranza, della solidarietà, della giustizia, della libertà, delle opportunità per tutti». Come? «Cambiando molto, se non tutto. Riconoscere senza reticenze gli errori, affrontare le ragioni delle sconfitte e offrire soluzioni concrete e una nostra visione». Perché, sostengono, «abbiamo perso troppo tempo ».
Martina: «Fianco a fianco». «Subito dopo le elezioni europee, con la nuova assemblea nazionale del Pd, sarà decisivo promuovere una costituente di tutti i democratici e i riformisti italiani unendo le loro energie», si legge nella mozione dell’ultimo segretario del partito, che si presenta in ticket Matteo Richetti. L’obiettivo è «partire dal Partito democratico per arrivare ai democratici», anche in Europa partendo dalla famiglia socialista». Martina e i suoi puntano a un Pd «che non viva di nostalgie e rancori. Un partito per la sinistra del XXI secolo. Un partito aperto e radicato».
Giachetti: «Sempre avanti». Il renziano di estrazione radicale, che corre in ticket con Anna Ascani, propone un Pd che non sia più «sospeso nella sintesi mai davvero risolta tra le storie che lo hanno originato, troppo a lungo malinteso come semplice cambio di nome dell’antica storia Pci-Pds-Ds o come nuova insegna della 'ditta', mai davvero affidato nelle mani dei nativi democratici, di chi ha più storia davanti che alle spalle». Il partito serve ancora, secondo Giachetti, ma solo «come strumento per cambiare il Paese, non come fine o terra di conquista».