Attualità

Adozioni. Arrivano 66 bambini «bloccati» in Congo

Viviana Daloiso mercoledì 9 marzo 2016
La buona notizia è attesa da 30 mesi, annunciata da qualche settimana ed è arrivata, ieri pomeriggio: ben 66 pratiche di adozione sono state sbloccate in Congo. È una vittoria e una grande soddisfazione, perché 66 pratiche sono 66 bambini e presumibilmente tra le 50 e le 60 famiglie che nei prossimi giorni vedranno coronato il sogno della vita, infranto con la chiusura dei confini del Paese africano nel 2013. Angela, Marie, Paulda, Winner: ogni nome ha una drammatica storia fatta di orfanotrofi e solitudine, raccontata dai genitori con lettere, fotografie, messaggi via Skype. La buona prassi però vorrebbe, dopo tanta sofferenza, che la Commissione adozioni internazionali (Cai) avvertisse per primi loro, i familiari, con una telefonata. «Non si dovrebbe leggere sui giornali, o venire a sapere dai tg, che potrai stringere un figlio tanto atteso», commenta Maria Teresa Maccanti, presidente di Naaa onlus, 5 coppie e 7 figli bloccati a Kinshasa, il desiderio «di restare il più possibile neutrali in questa vicenda, nel supremo interesse dei bambini». Eppure i protocolli sono saltati e prima della telefonata è arrivato l’annuncio della Farnesina alle agenzie di stampa: «Le autorità della Repubblica Democratica del Congo hanno informato di aver autorizzato ulteriori 66 bambini a ricongiungersi con le famiglie adottive in Italia – recita la nota –. Il ministro Paolo Gentiloni ha accolto con soddisfazione la notizia e confida ora nella spedita azione della Commissione adozioni internazionali affinché le procedure vengano completate e i bambini possano presto abbracciare le famiglie adottive». Fretta della Farnesina, lentezza della Commissione, cortocircuito istituzionale? Risultato: le famiglie a tarda sera ancora non sono state chiamate e gli enti scalpitano. Perché questi ultimi hanno avvocati e referenti in loco e sanno perfettamente quali pratiche sono state sbloccate e quali no, ma non possono annunciarlo alle famiglie in seguito a una diffida emessa dalla stessa Cai l’anno scorso «che ci chiede di non dare notizie alle coppie se prima non le concordiamo con la Commissione», spiega ancora la Maccanti. Alla Cai d’altronde sono irreperibili: i telefoni squillano a vuoto e nessuno può fornire spiegazioni. Ultima comunicazione in una lettera, il 19 febbraio: «Ottime notizie dal Congo, altri bimbi possono raggiungere i loro genitori in Italia. Un caro saluto». Sembrerebbe una barzelletta, se non riguardasse la vita di bambini e di mamme e papà in carne ed ossa. Resta la loro gioia, l’attesa che si fa ancora più pressante, le telefonate ai conoscenti in Congo sperando di ottenere informazioni di seconda o terza mano, sapere se c’è anche il nome di Angela o Marie nella “lista”. Dopo anni di sacrifici, anche quest’ultimo calvario. I bambini in attesa di essere adottati erano complessivamente 130, 50 di questi sono ancora in attesa. «Lo sblocco delle 66 pratiche, dopo le 14 di febbraio, mostra come la Commissione congolese stia lavorando a ritmi serrati», commenta il presidente dell’Associazione Nova, Massimo Vaggi, che vedrà arrivare gli ultimi 8 bambini attesi dalle sue famiglie nelle prossime settimane. Per qualcuno l’incubo è davvero finito.