Modena. La confessione in tivù; cosa ha detto Lorenzo, perché è stato mandato in onda
Lorenzo Carbone confessa di aver ucciso la madre davanti alle telecamere
Non ce la fa più, non si capacita, dopo una manciata d’ore deve tirarlo fuori e lo confessa a un giornalista, per capirlo e riconoscerlo con se stesso e magari è un caso sia davanti a una telecamera, magari, gli fosse capitato, l’avrebbe fatto poco prima o poco dopo in un bar o incontrando un amico, ammesso ne avesse.
Ha vagato tutta la notte, «non ho dormito, non mi sono nascosto», racconta al cronista, davanti al portone di casa, sembra un ragazzone spaurito, colpevole e perso, ne ha tutti i modi e anche la gestualità, invece Lorenzo Carbone ha cinquant’anni, è disoccupato, vive, viveva, con la madre 80enne che ha «la demenza senile e l’Alzheimer», spiega e non vorrebbe giustificarsi, soltanto, potesse mai essere possibile, avere un filo d’ingenua comprensione.
A telecamere accese, Pomeriggio Cinque, ascolti buoni. Eppure è come se quest’uomo, assassino, si rivolgesse davvero a se stesso, come se cercasse ad alta voce un motivo per quel che ha fatto e proprio non ne trovasse, perché non ce ne sono. «Sì, ho ucciso mamma», confessa al microfono e il giornalista tiene (più o meno) a bada il suo stupore.
Non suscita neanche troppa indignazione, s’affaccia la pena per quell’uomo che frena più o meno le lacrime: il giornalista gli chiede perché non sia andato a costituirsi, lui tira fuori giusto un «non lo so». Nemmeno sa spiegare perché l’abbia uccisa, racconta solo che «ogni tanto la mamma mi faceva un po’ arrabbiare, ma non è che diventassi proprio matto, ecco. Mi faceva solo un po’ arrabbiare, perché ripeteva sempre le stesse cose». Sembra tutto surreale, non lo è. Affatto. «La mamma», dice.
Il cronista non se l’aspettava e fa l’unica cosa che avrebbe dovuto e potuto fare, prende il cellulare, chiama i carabinieri, sempre continuando a riprendere la scena con la telecamera. Adesso aspettano gli uomini in divisa, ci vorrà poco. Lorenzo Carbone ha un fazzoletto in mano, continua ad asciugarsi sudore e lacrime dal volto.
Ma perché l'ha fatto? «M’è venuto così. D’istinto l’ho fatto. L’ho strangolata». Piange, sembra un bambino che voleva rubare le caramelle in cucina e invece ha ucciso sua madre. Il giornalista chiede come abbia potuto, l’uomo racconta alcuni dettagli (qualcuno di troppo, però: non sarebbe necessario indugiarci, non è necessario, è eccessivo) e le lacrime ora saltano fuori quasi a dirotto, singhiozza, non recita e neppure gli riuscirebbe, è davvero un ragazzone cresciuto troppo, basta guardarlo e ascoltarlo perché, a torto o ragione, lo s’intuisca. Un ragazzone lasciato probabilmente da solo in un mondo di settanta, ottanta metri quadrati e con una madre malata. Un mondo piccolo, e tutto intorno la solitudine.
Il cronista cerca di calmarlo, rassicurarlo, gli dice «adesso arrivano i carabinieri, parli con loro» e lui di rimando, rassegnato, colpito da se stesso, «tanto non so cosa dire». Il video si stacca, ora Pomeriggio Cinque ritorna in studio, forse sono arrivati i carabinieri. La conduttrice, Myrta Merlino si rivolge al suo pubblico: «So che è impressionante questa testimonianza», dice, volto tirato. Si giustifica: l’inviato «ha chiamato subito gli inquirenti, i carabinieri, noi raccontiamo, non ci permettiamo d’interferire con le indagini». E ancora Myrta Merlino, a sera, di fronte alle comprensibili critiche per un eccesso di spettacolarizzazione di un omicidio efferato, crudele, compiuto contro una persona vulnerabile e fragile: «Ho seguito due principi: la mia coscienza e la mia professionalità. Rifarei tutto, le notizie si danno. Ricevo la telefonata del mio inviato qualche minuto prima di andare in diretta. Una cosa pazzesca. Ho poco tempo per decidere, mi preme solo che non danneggi l’indagine. L’uomo era ricercato, chiamo subito i carabinieri, mi autorizzano a mandare in onda le immagini».
Un ospite della trasmissione dice che «quest’uomo ha dei problemi», e di nuovo parte il collegamento in esterna: «Non ci risulta che Lorenzo Carbone fosse seguito dai servizi sociali, lui dice di non avere problemi psichici», fa sapere l’inviato. Qualche altra battuta, sipario. E pena. Per sua mamma, per lui, per noi.