Roma. Sciolte le Camere, si vota il 4 marzo. Gentiloni: il governo non si ferma
Il premier Paolo Gentiloni al Quirinale dal presidente Sergio Mattarella (Ansa)
«Questa legislatura è stata fruttuosa. Capita che le cose nate un po' strane si rivelino nel corso del tempo fruttuose». Così il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni nel corso della conferenza stampa di fine anno di fronte alla stampa parlamentare ha definito il lavoro svolto.
Dopo l'incontro, aperto dal presidente dell'ordine di giornalisti Carlo Verna, Gentiloni è salito al Quirinale dove si è trattenuto mezz'ora. Dopo di lui è toccato al presidente del Senato, Pietro Grasso, e alla presidente della Camera, Laura Boldrini. Al termine dei colloqui, attorno alle 18.20, Mattarella ha firmato il decreto di scioglimento delle Camere. Le elezioni politiche si terranno il 4 marzo, come deciso dal Consiglio dei ministri riunitosi in serata a Palazzo Chigi. Le nuove Camere si riuniranno il 23 marzo.
Al presidente della Repubblica Sergio Mattarella il premier si affida, assicurando che, nonostante il fatto che ora i riflettori ora si punteranno sulla campagna elettorale, «il governo non tirerà i remi in barca». Alle numerose sollecitazioni dei cronisti su possibile suo bis Gentiloni ha glissato: «Qualsiasi cosa dica, sarebbe usata contro di me». Comunque, l'Italia «non si ferma e il governo governerà».
«Quest'anno, oltre che di fine anno, questa conferenza ha anche un significato particolare, io posso dire innanzitutto che ritengo importante aver raggiunto un obiettivo importante di questo governo, quello di arrivare ad una conclusione ordinata della legislatura», ha detto il premier in apertura, prima di iniziare la disamina delle decisioni prese sul piano europeo, mondiale e della politica economica e sociale dell'esecutivo. «Non abbiamo tirato a campare». Soddisfazione dovuta al fatto che andavano evitate interruzioni «brusche e traumatiche in un momento molto delicato per l'economia italiana e per la nostra società che stava leccandosi le ferite, stava e riprendendo fiato ed in alcune regioni stava rimettendosi a correre. Sarebbe stato grave, devastante arrivare a interruzioni traumatiche ed esercizi provvisori».
Azione di governo e scenari futuri
Ora, ha detto il premier, l'impegno della prossima legislatura e del governo che verrà dovrà essere quello di «non dilapidare gli sforzi fatti fino ad ora». Gentiloni ricorda, infatti, che l'Italia «si è rimessa in moto dopo la più grave crisi del dopoguerra» e la crescita «ha preso un buon ritmo», viaggiando oggi «al doppio delle previsioni di un anno fa». Per questo «il famoso fanalino di coda dell'Europa non siamo più noi». Dal punto di vista politico il premier da tutte le vicende di questi mesi (e dei governo precedenti da Letta a lui, passando per Renzi) trae la conclusione che c'è una sinistra di governo «a disposizione del Paese». E lui stesso darà il suo contributo alla campagna elettorale del Pd.
Economia, banche e sociale
Sul piano delle riforme, soprattutto nel campo del lavoro, Gentiloni ringrazia il «dinamismo» del governo Renzi e sottolinea il recupero di un milione di posti di lavoro persi, invitando a proseguire in questo punto cruciale, soprattutto per Sud, donne e precariato. Inoltre, sul piano dei conti, il deficit è «dimezzato» e l'export riparte, Anche il piano Industria 4.0 del ministro Calenda è essenziale perché «la competitività ha bisogno di un'innovazione tecnologica crescente».
Sulla vicenda banche il numero uno di Palazzo Chigi ha promesso che il risanamento proseguirà, vanno evitate «crisi create da regole improvvisate». L'importante è «non crearci da soli il problema». Alle critiche il premier risponde affermando che il governo «ha evitato le conseguenze di una crisi di sistema, altro che regalare i soldi ai mariuoli». sulle polemiche seguite ai lavori della Commissione, Gentiloni ha detto di aver accolto con «sollievo»la fine delle audizioni perché «non cerdo siano state utilissime». Sul piano sociale il premier rivendica il reddito di inclusione, «misura universale concreta» rispetto ad altre «fantasiose» (implicito il rifermento al reddito di cittadinanza dei Cinque stelle).
E interviene anche su altre emergenze con ricadute sociali. Quella del terremoto, per la quale si è detto «meno tranquillo sui ritardi e i tempi di realizzazione, sugli intoppi burocratici» delle misure adottate di quanto non lo sia rispetto alle misure stesse. E quella dell'Ilva, per la quale chiede al governatore della Puglia, Michele Emiliano, di ritirare il ricorso «per evitare che la situazione arrivi a punti di crisi gravissimi in termini occupazionali e ambientali». Gentiloni si dice comunque «certo che troveremo una via d'uscita».
Politica estera e migrazioni
Il premier ha poi aperto lo sguardo alle novità in campo europeo e planetario. «Il mondo resta caratterizzato da contraddizioni molto evidenti tra un contesto economico generalmente favorevole e un'imprevedibilità geopolitica senza precedenti». In particolare lo ha appuntato sul G7 di Taormina («successo organizzativo vicino alla perfezione»), che ha messo la centro l'Africa. E temi come il cambiamento climatico. Sulla gestione dei flussi migratori Gentiloni rivendica che l'Italia ha dimostrato, anche grazie agli arrivi tramite canali umanitari dei giorni scorsi, che esiste una «strada seria che si può percorrere» per diminuire le morti in mare. Sul piano geopolitico Gentiloni ha sottolineato il contributo dei nostri militari alla sconfitta militare del Daesh. Un aiuto fatto di supporto, che si svolgerà anche in Niger, su richiesta di quel governo arrivata in dicembre, spiega Gentiloni, per aiutare quel Paese a riprendere il controllo del territorio. Gentiloni ha,poi, affermato che «possiamo avere nel 2017 sconfitto militarmente Daesh tra Siria e Iraq, ma non siamo al riparo da minacce terroristiche».
Ius culturae, capitolo diritti civili «purtroppo incompiuto»
Sollecitato dalle domande, Gentiloni è tornato a ribadire di essere «convintissimo» dell'importanza della legge sullo ius culturae. Ma che «il modo migliore per affossarla sarebbe stato quello di farla bocciare». I numeri, nonostante gli sforzi compiuti, non c'erano e anche se fossero stati presenti tutti i senatori dem e di Liberi e uguali, ha ricordato, il risultato sarebbe stato lo stesso, anche se giudica «fondate» le polemiche sul mancato raggiungimento del numero legale. Nel suo intervento il premier aveva implicitamente toccato l'argomento, parlando di «capitolo dei diritti purtroppo incompiuto». Ma è un capitolo «storico», rivendica: «L'anno scorso le unioni civili, quest'anno il reato di tortura, le norme contro il femminicidio e il biotestamento».
Editoria
In apertura il presidente dell'Ordine dei giornalisti ha lamentato una disattenzione del governo al tema del precariato giornalistico e si è appellato a Gentiloni per porvi rimedio. Verna ha sottolineato che «gli aiuti a pioggia» dati al settore sono stati importanti e positivi, ma ha sottolineato che «nulla è stato chiesto agli editori sul contrasto al lavoro precario». Un'«occasione persa», ha detto. Anche gli emendamenti alla legge di stabilità per porvi rimedio sarebbero stati fatti «colpevolmente decadere». Pur ricordando le cose fatte dal governo per il settore, Gentiloni si è detto d'accordo sulla necessità di «fare molto di più e ha a che fare con la libertà che si alimenta con tutela della funzione dei giornalisti». In questo senso Verna ha lodato l'iniziativa del ministro dell'Interno Minniti di un centro di coordinamento per proteggere i giornalisti minacciati. Ma si è detto insoddisfatto per la mancata approvazione del ddl sulle querele temerarie e sullo stop al carcere ai giornalisti.
Savoia
Il rimpatrio delle salme dei regnanti è stato un fatto «umanitario», non è stata una loro «riabilitazione». Quanto accaduto «non ha nulla a che fare con revisionismi storici. Cose come rialibilitazioni e Pantheon non stanno né in cielo né in terra. Anche questo episodio è stato utile per ricordare cose atroci come le leggi razziali, ha sottolineato Gentiloni.