Tredici anni dopo quello che doveva essere l’ultimo concorso per l’insegnamento, quello del 1999, ieri è partita la grande macchina del "concorsone": 321.210 candidati, un terzo insegnanti precari, età media 38 anni, per 11.542 cattedre. Con una differenza fondamentale rispetto alla prova del secolo scorso: niente folle oceaniche e aule modello hangar, ma sedicimila gruppetti di aspiranti prof, distribuiti capillarmente nelle 2.520 aule di informatica delle scuole di tutta Italia, unite dalla rete del web. Cinquanta quesiti a risposta multipla da risolvere in 50 minuti. A quiz concluso, subito l’esito. Competenze digitali, logica, comprensione del testo, lingue straniere i quattro ambiti.Il round dei quiz si conclude oggi, poi il 15 gennaio sarà pubblicato il calendario degli scritti, a seguire gli orali imperniati su un colloquio e su una lezione simulata. Alla fine del primo giorno l’esercito dei candidati è stato già sfoltito pesantemente: un 20% non si è presentato, all’appuntamento e, tra quelli che hanno partecipato, solo uno su tre è riuscito a conquistare il punteggio minimo necessario per andare avanti: 35/50.«Ci aspettavamo esattamente una percentuale di successo intorno al 30%», dicono al ministero, più o meno quella raggiunta anche nel concorso per dirigenti scolastici. Il sistema comunque ha retto. Non si sono registrate difficoltà tecniche – assicurano a viale Trastevere –, nonostante la gigantesca macchina messa in piedi con circa 49 mila postazioni pc attive nelle scuole.Soddisfatto il ministro della Pubblica Istruzione Francesco Profumo: «Quando l’amministrazione pubblica, e in questo caso il personale della scuola, viene adeguatamente motivata e responsabilizzata – commenta – la risposta è eccezionale e fortemente positiva in termini di professionalità e innovazione. I primi risultati di questa giornata di prove preselettive dimostrano questo. L’Italia è pronta, ha bisogno soltanto di una leadership in grado di prendere con coraggio le decisioni capaci di rimettere il Paese al passo con le nazioni più moderne». La prime nomine, assicura il ministro, arriveranno il prossimo anno scolastico 2013/2014.Quanto ai test, discordanti i giudizi: alcuni concorrenti li hanno ritenuti fattibili, altri molto difficili, in parecchi hanno storto il naso davanti ai quiz che sondavano capacità logica e competenze digitali. Mista la platea dei candidati: i due terzi degli aspiranti insegnanti che hanno fatto domanda di partecipazione al concorso non provengono, infatti, dalle graduatorie a esaurimento, ma fanno altri lavori o non hanno mai insegnato. Per Massimo Gargiulo, del coordinamento precari, «è un terno a lotto, anche insegnanti già abilitati che esercitano la professione possono essere bocciati, mentre chi fa tutt’altro nella vita può essere ammesso».A Napoli, all’Istituto Fortunato, non è stato ammesso a sostenere la prova un candidato - sfortunato - arrivato con due minuti di ritardo, puntualissimo per gli standard partenopei. Nella Capitale un candidato ha preso a calci il computer in un attacco d’ira; un’altra, confusa dall’emozione, quando le è stato richiesto di inserire il codice fiscale ha provato fisicamente a introdurre il tesserino verde e bianco nel computer: «Guardi che non è un bancomat», ha commentato il presidente di commissione. Ancora a Roma uno dei due candidati-velocisti: solo 20 minuti e promosso. Nell’ultimo mese tutti hanno avuto a disposizione per allenarsi, sul sito del Miur, 70 blocchi da 50 domande.A volere stilare una classifica sulle regioni con i più bravi - provvisoria visto che il test si conclude oggi - ci sono Toscana (44,6% promossi), Lombardia (41,2), Piemonte (40,9), Liguria (40,4), Emilia Romagna (40). Seguono Friuli Venezia Giulia (39,4), Veneto (39,1), Marche (38), Lazio (37,8), Abruzzo (34,6). Al di sotto della media nazionale del 33,6 ci sono Puglia (32), Umbria (31,4), Sardegna e Sicilia (26,3), Campania (26,2), Calabria (21,3), e ultime a pari merito Basilicata e Molise (21,2).