L’annunciato arretramento di
Mare Nostrum e l’avvio della missione europea
Triton secondo i fautori avrebbe dovuto scoraggiare i trafficanti di uomini e far diminuire le pericolose traversate nel Canale di Sicilia. Com’era prevedibile i proclami della vigilia sono stati smentiti dai fatti. Nel novembre 2013, quando il dispositivo di soccorso italiano pattugliava a pieno regime il Mediterraneo, furono soccorse 1.883 persone. Ma nel novembre appena trascorso si è arrivati ad una quantità cinque volte superiore: 9.134, con un aumento del 486%. I numeri non mentono. Con l’inverno alle porte gli sbarchi tradizionalmente diminuiscono, per riprendere freneticamente con l’arrivo della primavera. Non questa volta. Cifre che hanno innervosito i vertici di Frontex, che con una lettera dei giorni scorsi hanno preferito lavarsi le mani. Dall’agenzia europea per il controllo delle frontiere ribadiscono che i loro natanti non si allontaneranno oltre le 30 miglia dalla costa per rispondere a Sos lanciati dai migranti. Non sembra «necessario e conveniente sotto il profilo dei costi l’utilizzo dei pat- tugliatori di Triton, per queste attività di verifica iniziale al di fuori dell’area di operazioni». In altre parole, dal quartier generale di Varsavia si chiamano fuori, stabilendo un prezzo per le vite da salvare. Appena due giorni fa l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur) ha ricordato che nel tratto di mare che separa le coste nordafricane da quelle europee sono morti nell’ultimo anno 3.419 migranti, diventando «il più letale dei tragitti». Le navi della Marina italiana stanno coprendo un’area di 22 mila miglia, mentre i vascelli di Triton non vanno oltre i 7 mila. Frontex invita, o forse sarebbe meglio dire 'ordina', al Centro operativo di Roma di «tenere in considerazione il luogo e la distanza tra i possibili obiettivi in genere in area libica». I mezzi di Triton, dunque, non si allontaneranno dalle coste europee per salvare migranti. «Da noi - ha detto ieri ad Ankara il premier Matteo Renzi – c’è un dibattito per il numero molto alto di rifugiati», che nell’anno di massimo impegno sono stati 150mila, «ma pensate che la Turchia ha a che fare con circa 1 milione e mezzo o 2 milioni di profughi». Parole che potrebbero segnare un cambio di rotta rispetto alle drammatizzazioni politiche arrivate anche dal Viminale. «È finito Mare Nostrum come lo conoscevamo », ha detto ieri il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Entro venti giorni, «arretreremo fino ad arrivare a trenta miglia». Ma in caso di allarme lanciato dai barconi al di fuori dell’area di competenza «nessuno potrà sottrarsi perché queste sono le leggi del mare ». Il punto, però, è che Frontex ha già fatto sapere con non intende operare al di fuori del limite di 30 miglia. Ne consegue che le rassicurazioni di Alfano, quando dice che «nessuno potrà sottrarsi», per il momento restano lettera morta. Perciò resterà all’Italia la responsabilità di non abbandonare in mare chi chiede aiuto.