Il caso. Como si mobilita per cinquecento migranti
È in continuo aumento il numero di migranti accampati sul prato antistante la stazione ferroviaria di Como San Giovanni, perché non riescono a raggiungere i paesi del nord Europa attraverso la Svizzera, che li respinge al confine. Le ultime stime della Caritas parlano di 500 persone (la maggior parte africani con famiglie e minori non accompagnati), assistite dalle associazioni di volontariato e dalle parrocchie che hanno organizzato una mensa e messo a disposizione alcune decine di posti letto.
Ministero dell'Interno e Prefettura sono al lavoro per individuare una struttura per ospitarli. Tra le ipotesi la caserma De Cristoforis dell'Esercito o l'ex ospedale Sant'Anna. Secondo l'assessore ai servizi sociali di Como Bruno Magatti “ora che i numeri sono diventati importanti e stabili non si può pensare di andare avanti con i volontari. "Non esiste che uno Stato non si faccia carico del problema - ha aggiunto - e non organizzi una risposta strutturata". Ma la Lega Nord ha già espresso tutta la sua contrarietà. "Bisogna sgomberare il bivacco e ripristinare la legalità”, ha detto deputato Nicola Molteni che nei giorni scorsi ha perfino presentato una interrogazione contro i volontari che anno animato una serata di festa, riuscendo a stemperare le tensioni e a regalare un momento di allegria soprattutto ai bambini. “Accoglienza solo per chi scappa davvero dalla guerra, per tutti gli altri espulsioni e rimpatri", ha tuonato Molteni il quale probabilmente non sa che in Somalia, Sud Sudan, Etiopia, Eritrea, oltre che in Siria, Iraq, Afghanistan, quasi nessuno ricorda un solo giorno senza guerra.
Da oggi intanto è entrato in funzione un presidio sanitario. "A fronte dell'emergenza umanitaria a cui stiamo assistendo - ha spiegato l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera - in questi giorni, la Lombardia si è immediatamente mobilitata". Il presidio funziona (in collaborazione con l'Ordine dei Medici, l'Ordine dei Farmacisti e i referenti Ipavsi (Federazione dei Collegi degli infermieri) tutti i giorni dalle 8 alle 10 e dalle 20,30 alle 22,30. Oggi però, ha spiegato Gallera "l'orario è stato prorogato fino alle 11, per esaurire tutte le visite". All'interno sono in servizio un medico della croce rossa, due infermieri e due operatori dell'Ats Insubria. "L'ordine dei medici - ha sottolineato l'assessore - ha già annunciato la possibilità di impiego di circa 25 medici volontari".