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Bruxelles. Commissione Ue, salgono le donne. Von der Leyen: «Determinata sulla parità»

A.Ma. mercoledì 4 settembre 2024

La presidente della Commissione Europea von der Leyen

Non saranno 12 come nella Commissione precedente, ma gli sforzi di Ursula von der Leyen ha dato buoni frutti: partita con sole 7 candidature femminili su 27, a tutt'oggi le donne in posta per un n posto da Commissario hanno raggiunto un numero a due cifre. La partita della parità di genere non è certp la più importante, nella formazione dell'organo esecutivo tecnico della Ue: c'è da distribuire pese e contrappesi, ruoli e poltrone tenendo conto dell'importanza del Paese e della famiglia politica di appartenenza. Così è considerata una notizia estremamente positiva il fatto che il nostro candidato, Raffaelle Fitto, sia dato per certo a una vicepresidenze esecutiva (su un totale di 5), e si vocifera che avrà con la responsabilità dell'economia e degli aiuti alla ricostruzione post Covid, fatta salva la resistenza di Francia e Germania, vista la diversa collocazione politica di Fitto (i conservatori di Ecr) rispetto a von der Leyn (i Popolari). L'Italia peraltro non ha sostenuto la nomina della von der Leyen a presidente, ma questo non sembra impedire un ruolo di prestigio per il suo commissario.

L'iter è ancora lungo, si attende la definizione completa della squadra con le varie competenze entro l'11 settembre, e infine le audizioni individuali da parte del Parlamento europeo. Le eventuali bocciature (può capitare) serviranno anche per riequilibrare la squadra in base al genere meno rappresentato, cioè quello femminile.

Ma in ogni caso il numero di donne nella squadra è nei pensieri di von der Leyen. Nei giorni scorsi ha cercato di far cambiare idea a Paesi più piccoli o a quelli che non avevano ancora espresso un nome. Così le pressioni ora sono tutte su Malta, che ha espresso un candidato non particolarmente prestigioso. La Romania ha cambiato nome in corsa, il Portogallo e il Belgio hanno presentato nomi femminili al fotofinish, mentre la Bulgaria è stato l'unico Paese a presentare, come richiesta da von der Leyen, una doppia candidatura uomo-donna. Il risultato è che oggi i nomi femminili sono 10 su 27: in questi 10 ci sono anche la stesa presidente e la potente Rappresentante per la politica estera della Ue, l'estone Kaja Kallas.

Von der Leyen, intanto, difende i suoi sforzi per avere un numero pari di uomini e donne nella prossima Commissione europea. Se non saranno pari, sarà un passo indietro rispetto alla Commissione uscente che vedeva 13 uomini e 12 donne. «In tutta la mia vita politica ho combattuto perché le donne avessero accesso alle posizioni decisionali - ha rivendicato von der Leyen, parlando oggi con i giornalisti a Bruxelles -. La mia esperienza è che se non chiedi non ottieni, non è qualcosa che arriva naturalmente».

Anche se la parità non si raggiungerà, come è ormai sicuro, la presidente della Commissione ha sottolineato che grazie al suo appello il numero di donne candidate è passato quattro a otto su un totale di 25 posti da commissario. Se si aggiunge lei e la Kallas, siamo a 10 su 27.

«Metà della popolazione europea è rappresentata da donne. Per questo ho inviato la richiesta agli Stati membri sulla presentazione anche di candidate donne. È chiaro che la strada è tortuosa ma le mie idee non cambiano e resto determinata. Senza la mia lettera, e senza la discussione che ne è nata, ci sarebbero stati 4 donne e 21 uomini su 25 commissari, ad esclusione della presidente e dell'Alto Rappresentante. Adesso siamo arrivati a doppia cifra». «Stiamo discutendo ancora con i capi di Stato e di governo, capisco che per loro si tratta di decisioni difficili. A volte l'uomo è più qualificato della donna, ma a volte accade anche il contrario», ha aggiunto.

Ed ecco il nome delle donne candidate a diventare Commissarie europee:

Kaja Kallas (Estonia)

Dubravka Suica (Croazia)

Teresa Ribeira (Spagna)

Roxana Minzatu (Romania)

Henna Virkkunen (Finlandia)

Maria Albuquerque (Portogallo)

Hadja Lahbib (Belgio)

Jessica Roswall (Svezia)

Ekaterina Zaharieva (Bulgaria)