BRUXELLES. Grecia fuori dall'eurozona? Si rincorrono le voci
La posizione ufficiale della Commissione europea non è cambiata. "Lo scenario su cui stiamo lavorando non è quello di un'uscita della Grecia dall'eurozona o dalla Ue" ha detto la portavoce dell'esecutivo europeo Mina Andreeva commentando l'intervista allo Standaard del commissario al Commercio Karel De Gucht. "Come ha più volte detto ilpresidente Barroso - ha aggiunto la portavoce - siamo concentrati per tenerla nell'eurozona. È per questo scopo che stiamo lavorando con le autorità greche". L'INTERVISTA AL COMMISSARIO"Un anno e mezzo fa c'era effettivamente il rischio di un effetto domino. Ora sia nella Commissione europea sia nella Bce ci sono servizi che stanno lavorando sugli scenari d'emergenza nel caso in cui la Grecia fallisca". Lo ha detto il Commissario europeo per il commercio Karel De Gucht in una intervista al quotidiano fiammingo De Standaard. Il servizio è titolato "La fine della partita in Grecia è cominciata". È la prima volta che un responsabile europeo ammette che le istituzioni europee si preparano alla possibile uscita della Grecia dall'euro. Alla domanda del giornalista dello Standaard che chiede di specificare quali possano essere i piani, De Gucht risponde: "Non posso dire di più". Il commissario, belga, nell'intervista al quotidiano fiammingo afferma che "ora la fine della partita è cominciata e non so come andrà a finire". "La domanda - aggiunge De Gucht - è sapere se tutti sapranno mantenere il loro sangue freddo nelle prossime settimane".Secondo il commissario non ci sono alternative: "La Grecia deve mettere in atto gli accordi conclusi. È l'unica opzione razionale che ha il paese. Ma può realizzarsi solo se il popolo greco è nelle condizioni di esprimere nelle elezioni un giudizio razionale. Il problema è che è gente disperata. Non sono solo contrari all'austerità radicale, ma anche ai due partiti che hanno governato il paese per 40 anni".Poi esclude cambi di strategia da parte europea: "Io non provei a speculare che l'Europa si possa piegare dopo le elezioni. Non c'è margine. Con il programma che è sul tavolo si raggiunge appena l'obiettivo di una riduzione del debito". Dopo aver osservato che "gli aiuti alla Grecia, inclusi quelli che possono venire dai fondi europei strutturali e per la coesione, sono già oggi il doppio di quelli dello storico Piano Marshall", De Gucht dice: "Penso che la Grecia resterà nell'unione monetaria. Non so quale sarà il risultato delle elezioni, ma chissà ci potrebbe essere una terza campagna elettorale. O ci potrebbe essere un referendum se uscire dall'unione monetari, in cui i Greci potrebbero votare in modo totalmente diverso".In caso di uscita "ci sarebbe un enorme confusion in Grecia, il deficit non sparirebbe. Ora, con molti problemi, si possono finanziare tramite Fmi ed Europa. Ma non c'è nessun altro che gli presterebbe un centesimo". A quel punto non resterebbe altro che stampare carta moneta e scatenare "iperinflazione"che genererebbe "un cataclisma anche negli altri paesi sotto pressione".