Attualità

LE PROPOSTE. Commercio di persone, stop in 49 mosse

Luca Liverani martedì 5 novembre 2013
Diciotto esperti internazionali a confronto sulla piaga del traffico di esseri umani, declinato nelle sue principali tipologie criminali: la tratta finalizzata alla prostituzione e il commercio di organi. Il seminario vaticano su «Le nuove schiavitù» ha prodotto un documento di 49 proposte «per un coordinamento permanente tra i protagonisti della lotta al traffico di esseri umani». Suggerimenti che coinvolgono a 360 gradi tutte le istituzioni, pubbliche e private. Allo Stato vaticano viene chiesta: la ratifica del Protocollo di Palermo sulla tratta e della Convenzione del Consiglio di Europa; agli osservatori permanenti della santa Sede di insistere sull’urgenza di una strategia globale contro la tratta; di incoraggiare la ratifica della Convenzione internazionale sui lavoratori migranti del 1990 e la Convenzione sui lavoratori domestici dell’Oil. Le organizzazioni internazionali devono includere, tra gli Obiettivi per lo sviluppo globale, uno specifico sul traffico di esseri umani. Le nazioni dovranno poi istituire organismi specifici, anche per la protezione delle vittime, vigilando allo stesso tempo sulle imprese perché evitino lo sfruttamento lavorativo. La società civile deve creare reti di associazioni di professionisti competenti per la lotta contro la tratta, tenendo conto che anche i mendicanti sono spesso vittime del fenomeno. Dovere del settore economico è di esigere trasparenza nella catena dei fornitori, perché siano esenti dall’uso di manodopera schiavizzata, vigilando sui rischi della "corsa" alla riduzione del costo del lavoro. Le Chiese locali dovranno coinvolgere episcopati, clero, congregazioni, parrocchie, scuole e media nella conoscenza e lotta al fenomeno, aprendo i monasteri alle vittime e organizzando giornate dedicate di preghiera, digiuno e riflessione. Ai singoli cittadini si chiede di non acquistare beni e servizi prodotti con l’impiego di lavoratori vittime della tratta, di denunciare le organizzazioni criminali che attuano sfruttamento sessuale, lavoro forzato, spaccio di droga, usura, accattonaggio, traffico di organi. Altrettanto importante è una legislazione - coordinata a livello internazionale - finalizzata alla prevenzione. Ai trafficanti vanno riservate condanne, detentive e finanziarie, significative. Le vittime hanno diritto a politiche di recupero. Obbligatoria, dove manca, deve essere la registrazione anagrafica dei bambini. Lotta alla discriminazione contro i migranti e le loro famiglie. Sul fronte della prostituzione, va promosso il «modello svedese» per frenare la domanda che alimenta la tratta sessuale.