La denuncia. Coldiretti: la Lombardia "tradita" dal cemento
venerdì 18 luglio 2014
Sono arrivati con sei trattori, un
rimorchio, un apecar, mezza dozzina di gazebo e numerosi palloni gialli i manifestanti di Coldiretti che stamattina hanno protestato
davanti alla sede di Infrastrutture Lombarde a Milano contro "il consumo
di suolo selvaggio" e per gli indennizzi degli espropri per le opere Tem e
Brebemi. Davanti al cancello i manifestanti hanno steso alcuni teli coperti
d'erba, installato una betoniera e con questa hanno
simbolicamente cementificato il piccolo spazio verde, esponendo cartelli con le scritte simboliche come "la striscia dimenticata" e "il
nostro cibo per il vostro cemento".
In cinquant'anni, dal 1955 al 2011, le
superfici agricole utilizzate sono diminuite di oltre il 25,4% passando da
1.322.017 ettari a 986.853 ettari. Questo il dato principale emerso dal dossier "Terra
tradita" diffuso dalla Coldiretti. La Lombardia soffoca sempre più tra strade, case e capannoni. In
cinquant'anni il suolo urbanizzato è aumentato del 235%. Una colata di
cemento che dagli anni Cinquanta ha continuato a ingrandirsi rubando suolo
agricolo e naturale, facendo strage di fiori e animali e mettendo a rischio
la stabilità idrogeologica del territorio. Una situazione che è destinata a
peggiorare complice la costruzione di nuove arterie autostradali. Teem,
Brebemi e Pedemontana si mangeranno oltre 4 mila ettari di suolo,
coinvolgendo alcuni dei territori più urbanizzati della regione.
"In Lombardia - spiega Ettore Prandini, presidente della Coldiretti
Lombardia - è in atto un continuo consumo selvaggio di suolo. Non si vuole
capire che meno campi e meno terreni non significa solo meno cibo e meno
agricoltura, ma anche più inquinamento e meno sicurezza contro gli eventi
meteorologici estremi che sempre più spesso si verificano anche nella
nostra regione". Gli agricoltori sono scesi in piazza per denunciare questo trend negativo e
per manifestare contro un atteggiamento ingiusto che si sta perpetrando verso
gli agricoltori interessati dalla costruzione delle nuove autostrade. Oltre a
dover subire il danno della perdita dei terreni, sostiene la Coldiretti, devono affrontare anche la
beffa di vedersi negati, in tutto o in parte, i risarcimenti degli espropri
subiti. Un primo risultato intanto la protesta lo ha raggiunto la riapertura del tavolo.