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ROMA. Gruppo di Contatto sulla Libia: creato un fondo per gli insorti

giovedì 5 maggio 2011
Strade chiuse al traffico, bus deviati e agenti di polizia e municipale a presidiare l'area: la zona intorno alla Farnesina è off-limits. Alle 10.30 alla Farnesina ha preso il via la seconda riunione, dopo quella di Doha, del Gruppo di Contatto per la Libia, presieduta dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, e dal Primo Ministro e ministro degli Esteri del Qatar, Sheik Hamad Bin Jassim Bin Jabr Al-Thani. A cercare una soluzione politica alla crisi libica sono 22 paesi e sei organizzazioni internazionali - Ue, Onu, Nato Lega Araba, Oci (Organizzazione conferenza islamica), Consiglio Cooperazione Golfo. "L'importanza di una soluzione politica" alla crisi libica è stata sottolineata dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, e dal segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, nella conferenza stampa di stamani alla Farnesina seguita al colloquio dei due. Entrambi sono convenuti sul fatto che "la pressione militare debba essere uno strumento per convincere il regime di Gheddafi a cessare gli attacchi contro i civili". La Clinton, in particolare, ha sottolineato come in questo momento serva "aumentare la pressione militare, politica ed economica su Gheddafi per porre fine alle violenze contro i civili ed avviare una transizione democratica verso un futuro migliore". In questo, ha concluso il segretario di Stato Usa, "Italia e Stati Uniti lavorano fianco a fianco". Il responsabile della politica estera americana ha in agenda nel pomeriggio colloqui al Quirinale con il presidente Giorgio Napolitano e a Palazzo Chigi con il premier Silvio Berlusconi."Il tempo sta scadendo per il regime di Gheddafi, che è adesso sulla difensiva e sempre più isolato a livello internazionale". È quanto si legge nelle conclusioni del Gruppo di contatto sulla Libia riunitosi oggi alla Farnesina. "Intensificheremo la pressione sul regime" e assicuriamo che "le azioni criminali ed inumane" a danno dei civili "non rimarranno impunite", si legge ancora.Il Gruppo di contatto ha dato il via libera alla creazione di un fondo speciale per il Consiglio nazionale transitorio che può già contare su uno stanziamento di 600 milioni di dollari. Il ministro degli Esteri del Qatar, Ahmad bin Jassim al Thani, ha spiegato che il suo Paese ha stanziato 40-550 milioni, cifra che potrebbe essere raddoppiata, e il Kuwait altri 180 milioni di dollari. Il meccanismo, ha spiegato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, sarà "supervisionato dal comitato sanzioni delle Nazioni Unite" e il suo impiego sarà vincolato a "finalità chiare e precise", a partire "dall'alimentazione e dalle cure mediche". Nel board del meccanismo ci saranno tre libici e rappresentanti di Paesi europei e africani. Per l'Europa ci sarà una rotazione semestrale tra Italia e Francia. Il titolare della Farnesina ha riferito che è stato anche raggiunto un accordo per un "parziale scongelamento dei fondi bloccati nelle banche o negli istituti finanziari da mettere a disposizione delle necessità di base della popolazione libica". Il Gruppo di Contatto ha anche deciso di "aumentare la pressione sul regime di Muammar Gheddafi". È quanto si legge nella dichiarazione finale. I partecipanti hanno deciso di aumentare la pressione militare, politica ed economica. Dal punto di vista militare, si è valutato un ulteriore contributo alle operazioni. Dal punto di vista politico, si intraprenderanno azioni contro l'uso di armi illegali, l'utilizzo di mercenari e contro la tv satellitare libica. Infine, dal punto di vista economico, i partecipanti alla riunione esploreranno la possibilità di impedire al regime di Gheddafi di esportare petrolio o anche di importare prodotti raffinati non per uso umanitario. Le operazioni della Nato in Libia andranno avanti finchè Muammar Gheddafi non deciderà di fermarsi e su questo c'è l'accordo dei 28 Paesi alleati. Lo ha precisato l'ammiraglio Giampaolo Di Paola, presidente del Comitato militare dell'Alleanza atlantica, in una conferenza stampa al quartier generale della Nato. "Non commento le posizioni politiche degli alleati", ha risposto a una domanda sul dibattito in Italia. "Quello che posso dire è che i 28 Paesi membri, compreso il vostro, hanno dichiarato che proseguiranno lo sforzo finchè Gheddafi non deciderà di fermarsi".