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Cittadinanza . Raccolte 300mila firme per il referendum, ma il sito va in tilt

M.M. lunedì 23 settembre 2024

La raccolta firme per il referendum sulla cittadinanza viaggia spedita sulla piattaforma del ministero della Giustizia e ha raggiunto quota 300mila sottoscrizioni. Oggi però la corsa si è arrestata per alcune ore, dopo che il sito dedicato è andato in tilt impedendo l'accesso a migliaia di cittadini. A denunciarlo pubblicamente è stato Riccardo Magi, segretario di PiùEuropa e tra i promotori della campagna referendaria. «Stavamo viaggiando a un ritmo di circa 10mila firme all'ora quando la piattaforma pubblica per la raccolta firme del ministero è andata in tilt… per le troppe firme - ha fatto sapere il deputato -. Da circa due ore migliaia di persone stanno provano a firmare senza successo, ricevendo messaggi di errore dalla piattaforma. Abbiamo immediatamente segnalato l'episodio agli uffici competenti e aspettiamo una risposta a breve. Resta però gravissimo che una piattaforma governativa, pensata per questo obiettivo, non riesca a tenere il flusso delle firme di queste ore». Il sistema è stato poi ripristinato e in una nota Via Arenula ha confermato il blocco causato da «una richiesta eccezionale di accessi che ha portato a oltre 60mila tentativi in un'ora». Lo stesso dicastero ha escluso «qualsiasi tentativo di hackeraggio».

Poco prima del ko del sito era stato ancora Magi a dare conto dello stato della raccolta firme: «Procede a una velocità impressionante grazie anche alla mobilitazione di tante personalità della cultura, dello sport, dello spettacolo, dell'accademia, del giornalismo: siamo a quasi 300mila sottoscrizioni che rendono l'obiettivo delle 500mila a portata di mano - ha dichiarato -. Questo dimostra due cose: primo, che c'è una volontà enorme di cambiare la legge sulla cittadinanza ingiusta, crudele e incivile. Secondo, che gli italiani sono molto più avanti dei vari Meloni, Salvini, Vannacci e Tajani che invece vorrebbero leggi più dure per chi è nato, cresciuto, istruito e vive stabilmente in Italia».

Intanto il Pd si muove sul fronte parlamentare e questo pomeriggio ha depositato alla Camera una proposta di legge per lo lo ius soli e per lo Ius culturae. Nel primo caso «richiedendo un anno di residenza legale per uno dei due genitori», ha spiegato la deputata e prima firmataria della pdl, Ouidad Bakkali, nel secondo si guarda invece ai «bambini che hanno fatto ingresso in Italia entro i 12 anni e che abbiano frequentato la scuola per 5 anni». Nel computo però, ha specificato la parlamentare, «si inserisce anche la scuola dell'infanzia e inoltre, allineandoci alla maggioranza dei paesi europei ge - scendono da 10 a 5 gli anni di residenza continuativa richiesti».
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