Manifestazione. La Cisl in piazza: «Noi responsabili, ma ora risposte sulle pensioni»
Un momento della manifestazione della Cisl
Cisl in piazza per cambiare la manovra. Martedì Giorgia Meloni ha convocato le parti sociali a Palazzo Chigi: «Ci sono ancora le condizioni per discutere, cambiare e migliorare misure che consideriamo assolutamente sbagliate», dice il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, davanti a 13mila militanti in piazza Santi Apostoli. Il più cruciale da modificare è il capitolo previdenziale: «Non si può continuare a fare cassa con le pensioni delle lavoratrici e dei lavoratori», sottolinea. Occorre «avviare un confronto e un dialogo su un'agenda 2024 fatta di priorità che riguardano crescita, sviluppo sostenibile, rilancio degli investimenti, recupero di produttività, qualità e stabilità del lavoro, investimenti su formazione e competenze».
La manovra ha creato anche una frattura nel sindacato, per lo sciopero indetto dalle altre due sigle confederali al quale Cisl ha scelto di non aderire. Sbarra chiarisce: «Con Cgil e Uil continuiamo ad avere piattaforme comuni, a gestire rinnovi contrattuali e a governare crisi aziendali». Ma non si può non ammettere che molti interventi in manovra «rispondono alle priorità che proprio noi avevamo indicato, per cui proprio noi ci eravamo battuti». Innanzitutto «i 10 miliardi destinati al taglio del cuneo contributivo che interessa 14 milioni di persone e che per questo va resa strutturale». Ma c’è anche altro. Sbarra “promuove” anche «gli 8 miliardi per il rinnovo dei contratti pubblici, 2 dei quali messi subito nelle buste paga per coprire la lunga vacanza contrattuale e 3 destinati alla Sanità. Non mancano - ricorda ancora - le misure a sostegno della famiglia e della natalità, come il potenziamento dei congedi parentali, il sostegno ai nuclei con secondo figlio per la retta asilo nido, la contribuzione a carico dello Stato per le assunzioni delle lavoratrici madri», sono alcuni dei punti che cita.
Alle altre due sigle Sbarra tende la mano: «Rispettiamoci», dice. Ma avverte anche : «Smettiamola di pensare a un’egemonia finita con il '900. Serve condivisione, responsabilità e rispetto tra di noi» . E di fronte agli attacchi del governo, la Cisl si schiera con Cgil e Uil: «Nessuno pensi minimamente di mettere in discussione un diritto fondamentale e costituzionale. Alzeremmo le barricate».
Nel giorno del no alla violenza sulle donne Sbarra sottolinea che questo impegno «dovrebbe durare tutto l’anno. Il nostro grido oggi si alza - cita i nomi a uno a uno - per Giulia. Per Francesca. Per Etleva. Annalisa, Concetta. Klodiana. Per Anna, Liliana, Maria, Marisa, Rossella… un grido lungo 106 nomi! Tante sono le vittime di femminicidio solo nel 2023. Una infinita lista della vergogna», la definisce.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intanto, al Forum internazionale del Turismo sul Lago Maggiore, ricorda i 90 miliardi di interessi sul debito che pesano sui contribuenti: «Non bisogna fare debito - dice -. Se quelli di prima hanno sbagliato non dobbiamo sbagliare noi». Allo stesso Forum Giorgia Meloni replica a chi la accusa di non aver previsto risorse per le imprese: «Ci sono 12,4 miliardi nel Pnrr, le abbiamo concentrate lì», si giustifica.
E all’incontro di martedì, oltre alle modifiche sulle pensioni, Sbarra chiederà più risorse «per sanità, istruzione ed enti locali». Ma il capogruppo al Senato del Pd Francesco Boccia, si dice «preoccupato» per un governo «disinteressato al confronto parlamentare», e annuncia solo maxi-emendamenti. Boccia accusa Meloni e Giorgetti di fare «dispotismo». E avverte: «Così facendo si troveranno di fronte a una guerriglia parlamentare».