Il caso. Cittadinanza a Zaki, Draghi: iniziativa parlamentare. Amnesty: brutto segnale
Patrick Zaki in una foto tratta dal profilo Twitter della ong Eipr di cui l'attivista egiziano fa parte
Il giornalista stesso ammette che la domanda che sta per porre è «fuori sacco». Quando il presidente del Consiglio Mario Draghi si dimentica di rispondere e il cronista lo incalza - «e Zaki?» - il premier nel replicare usa la stessa espressione. E alla domanda «fuori sacco» su cosa intede fare l'esecutivo dopo il conferimento della cittadinanza a Patrick Zaki, risponde: «È un'iniziativa parlamentare, il governo non è coinvolto al momento». Dichiarazioni che provocano reazioni nella politica e nella società civile. Per la sezione italiana di Amnesty International, infatti, rappresentano un «brutto segnale».
Pd e M5s incalzano: odg impegna governo
Quelle usate da Draghi sono state parole caute, a rischio di sembrare elusive, probabilmente per il timore di causare una nuova crisi diplomatica dopo quella in corso con la Turchia, in un momento delicato nei rapporti italo-egiziani dovuto alle nuove rivelazioni di testimoni sul caso Regeni che chiamano sempre più in causa i servizi di sicurezza del Paese nordafricano per l'omicidio del ricercatore friulano. Il primo a reagire è stato il deputato del Pd Filippo Sensi. L'inziativa su Zaki è sì parlamentare. «Però, chiede al governo di fare la sua parte, aggiungo io. E spero che il governo sarà conseguente alla richiesta del Senato», scrive su Twitter l'ex portavoce di Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia (M5S) invita al governo a porre «maggiore attenzione» alle iniziative del Parlamento «apparentemente oggi derubricate alla voce "varie ed eventuali"». Il Senato, ricorda Brescia, ha votato un ordine del giorno che impegna il governo ad avviare tempestivamente le necessarie verifiche al fine di conferire la cittadinanza italiana allo studente dell'Università di Bologna, in carcere al Cairo da febbraio 2020, e ad assumere altre iniziative sulla vicenda e sul rispetto dei diritti umani in Egitto. Già durante la discussione «in qualche modo erano state messe un pò le mani avanti, qui si mettono le mani avanti dieci volte. Se il Governo si tira indietro dopo due giorni è un brutto segnale francamente», commenta Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. «Se non si intende dar seguito all'indirizzo del Senato abbiamo un problema. A Roma, non a Houston», scrive su Twitter il senatore del Pd Tommaso Nannicini. Insomma, l'ampio spettro politico che sostiene il governo e che si era schierato in difesa di Draghi dopo le accuse di "maleducazione" rivoltegli dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, stavolta ne prende, sia pure costruttivamente, le distanze. Non solo. Anche un oppositore come Nicola Fratoianni (Sinistra italiana) che si era scagliato con durezza contro iul numero uno di Ankara si sfila. «Mi spiace contraddire il presidente del Consiglio, ma su Patrick Zaki ha detto una sciocchezza».