Lavoro. Tutta la Cassa integrazione prima di licenziare. Intesa tra sindacati e imprese
Mediazione finale fra governo e sindacati sullo sblocco dei licenziamenti. Il premier Mario Draghi e il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, hanno firmato in serata sera un "avviso comune" con le parti sociali, con l’impegno a utilizzare tutti gli ammortizzatori sociali. L’intesa è giunta al termine di un confronto durato oltre sei ore – interrotto almeno quattro volte – tra il presidente del Consiglio, Orlando, il ministro dell’Economia Daniele Franco e i segretari generali di Cgil, Maurizio Landini, Cisl, Luigi Sbarra, e Uil, Pierpaolo Bombardieri.
L’accordo raggiunto su come cambiare il "decreto Sostegni-bis" nella parte sui licenziamenti prevede 13 settimane di cassa integrazione gratuita per tutte le aziende che hanno tavoli di crisi aziendali aperti al ministero dello Sviluppo economico, nelle Regioni e nelle Prefetture, ha riferito il cislino Sbarra. Si tratta di una riscrittura dopo le incongruenze applicative delle norme messe a punto lunedì dal governo nella "cabina di regia" e che ora andranno al Consiglio dei ministri. I sindacati confederali hanno interpretato l’accordo come «un segnale importante».
«È un primo importante passo», ha spiegato Sbarra. «Viene data risposta alle tante persone che avevano preoccupazioni», ha sottolineato Bombardieri. «È un risultato che risponde alla mobilitazione che c’è stata sabato, l’unità sindacale lo ha prodotto. In questa dichiarazione è previsto l’impegno per avviare il confronto per la riforma degli ammortizzatori e delle politiche attive», ha aggiunto infine Landini.
L’obiettivo di Cgil-Cisl-Uil era quello di allargare le maglie del provvedimento per ampliare soprattutto quel perimetro previsto per le imprese in grave difficoltà con tavoli di crisi aperti che, esaurito ogni possibile ammortizzatore finora, potrebbero accedere ora alla Cigs gratuita per ulteriori 13 settimane a fronte dell’impegno a posticipare i licenziamenti, che rappresenterebbe di fatto una proroga del blocco. Per questo i sindacati hanno sottolineato, tra le incongruenze, non solo quelle sull’uso dei codici Ateco o la complessità di ricondurre più fattispecie sotto uno stesso contratto, ma soprattutto quelle relative alla natura, tutta da chiarire, delle settimane aggiuntive previste. Per Cgil-Cisl-Uil, infatti, andrebbe confermato il modello della "cassa Covid".
L’obiettivo è anche quello di "blindare" il comportamento delle aziende escluse dal novero delle eccezioni: un traguardo possibile solo con un accordo tra le parti, un vero e proprio "avviso comune" con le associazioni datoriali, Confindustria in testa, per vincolare le aziende associate a utilizzare, prima di licenziare, tutti gli strumenti istituzionali e contrattuali (Cig, contratti di solidarietà eccetera) a disposizione. Inoltre si starebbe lavorando all’istituzione di un tavolo di monitoraggio a Palazzo Chigi per governare e seguire eventuali emergenze sociali.
Durante la trattativa il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, aveva chiesto in particolare le 13 settimane di cassa integrazione gratuita per tutte le crisi aziendali aperte e un tavolo di monitoraggio a Palazzo Chigi, per governare e seguire eventuali emergenze sociali. «È sbagliato utilizzare i licenziamenti ora: ci sono altri strumenti che sarebbe interesse di tutti gestire. Abbiamo chiesto la proroga per tutti, l’utilizzo della Cig ordinaria a zero sarebbe importante. Tutte le aziende dovrebbero prendere l’impegno che questo è lo strumento prioritario – aveva detto il segretario generale della Cgil, Landini –. È interesse del governo gestire questa fase per evitare i licenziamenti: gli strumenti ci sono. Se così non fosse valuteremo con Cisl e Uil su come muoverci».
Mentre il leader della Uil, Bombardieri, aveva proposto a Confindustria di fare l’accordo che poi si è materializzato: «Se ci sono aziende che licenziano devono prima utilizzare tutte le settimane di Cig ordinaria. Il confronto con le altre parti sociali cammina: gli artigiani e Confapi stanno ragionando con noi per far arrivare il blocco dei licenziamenti fino a dicembre».