Si è costituito nella caserma dei
carabinieri di Treviso il 17enne pirata della strada che ieri
sera ha investito e ucciso un ciclista di 52 anni alla periferia
di Roma, in zona Casilina. Il giovane, fuggito subito dopo
l'investimento del ciclista e allontanatosi da Roma, ha deciso
di costituirsi perché si è sentito braccato. La vittima, che si
chiamava Luciano Zarlenga, era un benzinaio di Frascati che
stava tornando a casa dalla moglie e dalle due figlie dopo una
passeggiata a bordo della sua bicicletta. A nulla era servito
ieri l'arrivo dell'ambulanza: l'uomo
era già morto e la sua bici completamente distrutta.
Le ricerche della Polizia municipale di Roma, mobilitata con
decine e decine di agenti, erano iniziate subito dopo
l'incidente ed erano andate avanti per tutta la notte: grazie
alla testimonianza di due persone che avevano assistito al
fatto, sono stati raccolti numerosi elementi per rintracciare
l'auto investitrice, trovata poco dopo nelle campagne
circostanti a via Fontana Candida, luogo dell'incidente: l'auto,
un'Honda Jazz, era chiusa ma presentava i segni evidenti
dell'investimento. Il giovane ricercato sarebbe fuggito a piedi
dopo l'investimento mortale e dopo aver abbandonato l'auto poco
distante dal luogo dell'incidente.
Le pattuglie della municipale avevano scoperto che i numeri
della targa portavano a una persona di sesso femminile che
risulta ufficialmente proprietaria del veicolo, ma dagli
accertamenti risultata estranea ai fatti. L'auto infatti era
stata venduta il giorno precedente, tramite una agenzia che si
trova nel napoletano, al giovane, nomade, residente nella
borgata Finocchio. A quanto si apprende, l'agenzia sarebbe
riconducibile a un uomo intestatario di 500 macchine. Altre
indagini sono in corso riguardo le attività di compravendita a
carico dell'agenzia che ha fatto da tramite all'acquisto del
veicolo.
Il pm Pierluigi Cipolla stamani aveva autorizzato la
diffusione della foto del ricercato che alcuni testimoni avevano
giudicato più vicino ai 30 anni che ai 17: gli investigatori
speravano infatti di riuscire a trovare qualcuno che lo
riconoscesse.
La memoria non può non andare all'incidente dello scorso
maggio quando un'auto, non fermandosi ad un posto di blocco,
aveva travolto a folle velocità nove persone uccidendone una, la
donna filippina Corazon, nei pressi della fermata della
metropolitana. I tre a bordo hanno poi abbandonato l'auto e due
di loro sono fuggiti a piedi, con gli agenti alle calcagna. Una
ragazza di 17 anni era stata quasi subito bloccata e
successivamente arrestata. Altri due, di 17 e 19 anni, erano
riusciti a dileguarsi ed erano stati rintracciati soltanto 5
giorni dopo.