Grecia. Violento attacco xenofobo al campo profughi di Chios
Una tenda distrutta
Distrutte una cinquantina di tende e baracche. E' il bilancio dell'attacco xenofobo che ha colpito il campo rifugiati di Chios in Grecia. Da tre giorni molotov, sassi e petardi vengono lanciati nell'area che attualmente ospita oltre 4mila migranti. Si tratta soprattutto di rifugiati siriani e afghani.
Un migrante è stato colpito alla testa da una pietra e due operatori umanitari che operano nel campo sono rimasti feriti. Altre 150 persone sono state costrette a fuggire e abbandonare le tende distrutte. Colpito anche un tendone che ospita fino a 50 migranti. "I volontari hanno cercato di sopperire erigendo una piccola tendopoli fuori da Souda e hanno rivolto un appello alla polizia perchè sorvegli la zona" ha detto Roland Schoenbauer, operatore dell'Acnur.
Secondo il sindaco di Chios, Manolis Vournous, dietro all'attacco ci sarebbero alcuni esponenti dell'estrema destra greca, legati ad Alba Dorata. Vournous sostiene inoltre che la tensione sarebbe esplosa dopo che alcuni algerini e marocchini hanno rubato alcool e fuochi d'artificio da un negozio sull'isola, facendo temere agli abitanti lo scatenarsi di incidenti. Alcuni attivisti sostengono invece che l'escalation sia stata provocata dopo che alcuni aderenti ad Alba Dorata avevano progettato un attacco.
Certo è che sulla piccola isola greca la tensione è alle stelle. Degli oltre 4mila migranti presenti, il 60% proviene dalla Siria, il 20% dall'Iraq e il restante 20% dal Nord Africa. La lentezza delle procedure di registrazione e il timore dei migranti di essere rimandati in Turchia accresce il disagio e la paura di un futuro incerto.