Chiudere "anche solo in via precauzionale" tutte le chiese nei luoghi colpiti dal terremoto nel territorio della diocesi di Bologna, anche se gli edifici non sono stati dichiarati inagibili. Lo dispone l'ordinanza inviata a tutti i parroci e gli amministratori parrocchiali e firmata dal vicario generale
monsignor Giovanni Silvagni, numero due dell'arcidiocesi guidata dal
cardinale Carlo Caffarra.L'ordine riguarda i vicariati di
Persiceto-Castelfranco, Cento, Galliera e Budrio, zone che comprendono comuni anche nelle province di Modena e Ferrara dove ci sono stati crolli gravi. "Si provveda - si legge - a predisporre luoghi decorosi all'aperto, dove celebrare le liturgie festive e feriali, inclusi i funerali, i matrimoni e gli altri atti di culto, lontani da occasioni di pericolo". La decisione nasce prendendo atto dei danni subiti dalle scosse del 20 maggio e di oggi e tiene conto "della responsabilità morale che obbliga a provvedere l'incolumità delle persone". Alla discrezione dei parroci, scrive la diocesi, si lascia la valutazione se convergere per le celebrazioni in luoghi comuni tra parrocchie vicine.