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INTERVISTA. Chieppa: conflitto di attribuzione? Non è la strada più "normale"

Antonio Maria Mira giovedì 17 febbraio 2011
«La via normale è quella della giurisdizione ordi­naria, all’interno del pro­cesso. Se il presidente del Consiglio e i suoi avvocati vorranno sollevare la questione di competenza del tribu­nale di Milano lo potranno fare di fronte alla Cassazione». Per il presi­dente emerito della Corte Costituzio­nale, Riccardo Chieppa, appare inve­ce meno lineare un conflitto di attri­buzione, mentre il premier potrebbe ricorrere alla Consulta in caso rite­nesse non applicata la norma sul 'le­gittimo impedimento' e quindi gli fosse impedito di svolgere l’attività di governo. Ma anche in questo caso lo dovrebbe fare «nel corso del proces­so».Presidente Chieppa, andiamo con or­dine. Il Parlamento potrebbe solle­vare un conflitto di attribuzione?I conflitti dei quali la Corte si è occu­pata sono stati sollevati dalla magi­stratura, contro decisioni delle Ca­mere in materia di insindacabilità, o qualche volta dal Parlamento, quan­do ha ritenuto non fossero state os- servate le prero­gative dei parla­mentari.In questo caso ci si potrebbe colle­gare al voto della Camera, che ne­gando l’autoriz­zazione a per­quisire gli uffici del premier ave­va posto anche la questione della competenza del tribunale di Milano?Ci si è un po’ arrampicati sugli spec­chi. La questione sulla quale la Ca­mera era chiamata a decidere era so­lo quella relativa alla perquisizione. Anche perché il Parlamento, come ha richiamato il Presidente della Repub­blica, non è autorizzato a determina­re la competenza o meno.E il governo potrebbe sollevare il con­flitto autonomamente?Quali sono, in questo caso, le lesioni della competenza del governo? Quel­la dell’onorevole Berlusconi è una po­sizione personale in quanto imputa­to o in quanto presidente del Consi­glio? Non è facile da risolvere. Po­trebbe, invece, sorgere un conflitto se nel corso delle udienze del processo ci fosse un impegno governativo e il giudice insistesse nell’andare avanti ugualmente.Sarebbe una questione di legittimo impedimento più che un conflitto di attribuzione.Esatto. Tutti i mezzi, in astratto, pos­sono essere percorribili ma che poi possano essere dichiarati ammissibi­li o meno dalla Corte è tutto un altro discorso. Per il presidente emerito della Consulta il premier potrebbe invece fare ricorso in Cassazione ma «nel processo».