Il caso. Chico Forti è arrivato in Italia
La premier Giorgia Meloni incontra Chico Forti
Chico (Enrico) Forti è arrivato in Italia. Rilasciato e trasferito nel nostro Paese dopo 24 anni, a causa di una condanna all'ergastolo negli Stati Uniti per l'omicidio di Dale Pike, avvenuto il 15 febbraio del 1998. L'aereo con a bordo Forti è atterrato all'aeroporto militare di Pratica di Mare, presente la premier Giorgia Meloni. Sarà trasferito nel carcere di Rebibbia. Nel penitenziario romano il 65enne trentino, rilasciato nei giorni scorsi da un carcere della Florida, resterà qualche giorno per poi essere trasferito nel carcere di Verona. Forti ha incontrato la premier Giorgia Meloni che lo scorso marzo in occasione della sua missione negli Stati Uniti aveva ottenuto il consenso al trasferimento del connazionale, ai sensi della Convenzione di Strasburgo. Da qui è partito l'iter che si è concluso in tempi record mercoledì 15 maggio quando si è svolta l'udienza nella quale Forti ha firmato l'accordo con il giudice federale statunitense per scontare il resto della pena in Italia sulla base del diritto italiano. A Forti sarà notificato l'ordine di esecuzione della pena, firmato dal procuratore generale di Trento. Una volta risolto il nodo politico nei mesi scorsi, la parte esecutiva è stata di competenza del ministero della Giustizia che, con un lavoro dietro le quinte, ha coordinato le procedure affrontando le questioni tecniche sia sul fronte americano sia italiano.
«Non vedo l'ora di riabbracciare mia madre». Queste le prime parole di Forti, appena atterrato, per la madre 96enne. Il trentino è apparso, a chi lo ha visto, visibilmente commosso anche durante l'incontro con la presidente del Consiglio, che ha ringraziato.
Rigoroso no comment dei familiari e amici. Il loro auspicio comunque è che «questa vicenda che ormai dura da 25 anni si possa velocemente concludere». Fanno anche presente che «l'intervento del governo Meloni nelle scorse settimane ha dato un'accelerata all'iter». «Una buona notizia» quella del ritorno in Italia, sottolinea l'avvocato Carlo Delle Vedove, uno dei legali. «Il trasferimento in Italia di Forti è il completamento di tutte le procedure giudiziarie, intraprese davanti alle autorità degli Usa», ha aggiunto. «Con Forti ci siamo sentiti l'ultima volta lunedì, era un po' ansioso, ci sentivamo tutti i lunedì. Ringraziamo tutte le autorità italiane e americane che hanno seguito il suo caso», ha dichiarato Delle Vedove.
«Chico Forti è tornato in Italia. Fiera del lavoro del Governo italiano. Ci tengo a ringraziare nuovamente la diplomazia italiana e le
autorità degli Stati Uniti per la loro collaborazione». Così su Fb la premier.
«È un giorno di gioia e di soddisfazione per l'intero Paese: il rientro in Italia di Chico Forti - atteso da anni - è innanzitutto un successo della presidente Giorgia Meloni e uno straordinario traguardo politico e diplomatico, frutto di intensa e proficua collaborazione istituzionale a tutti i livelli. Essenziali nell'accelerazione delle ultime procedure di consegna - che si sono perfezionate in tempi record dalla formalizzazione del consenso - sono stati anche i colloqui avvenuti a latere del G7 Giustizia la settimana scorsa a Venezia. Si chiude così un dossier molto complesso, seguito con estrema cura dalle competenti articolazioni ministeriali che desidero ringraziare vivamente: la collaborazione - nel più rigoroso e doveroso riserbo - tra tutte le istituzioni ha consentito il rientro a casa, finalmente, di Chico Forti», ha concluso il ministro della Giustizia Carlo Nordio.