Toccafondi (Civica Popolare). «Chi vuole abolire la Buona scuola vuole tagliare»
Gabriele Toccafondi
«Abolire le tasse universitarie per tutti, oltre ad avere un costo non sostenibile provocherebbe pesanti ingiustizie: perché un operaio che non manda il figlio all’università dovrebbe pagare per l’università del figlio di un ricco?». Rimanda, provocatoriamente, la palla nel campo della sinistra, Gabriele Toccafondi, sottosegretario al Miur ed esponente di Civica Popolare, la formazione centrista guidata da Beatrice Lorenzin.
Qual è, allora, la strada da percorrere? Quella della No tax area, per aiutare realmente chi ha bisogno ed è meritevole. Aggiungo, se avessimo 1,5 miliardi di euro da spendere, proporrei semmai di metterli per asili nido e scuola dell’infanzia.
Tra poche settimane la legge sulla parità compirà 18 anni: come renderla effettiva?
Per il riconoscimento della parità è stato fatto di più da questo governo che negli ultimi settant’anni. Risorse stabili e durature nel tempo, fondi per la disabilità, detrazione ed inizio del lavoro per il costo standard. Chiariamoci: la vera parità scolastica è lontana. Oggi le famiglie non possono esercitare il diritto costituzionale della libertà educativa.
Alleanza scuola-famiglia: come rinsaldare un patto che non sempre tiene, come ci dice anche la cronaca recente?
I nostri giovani hanno bisogno di luoghi educativi che non li deprimano ma facciano emergere le loro attitudini e voca- zioni. Occorrono genitori che non siano amici o sindacalisti, ma adulti a cui guardare e seguire. Ed insegnanti che siano maestri, compagni di viaggio che possano essere guida e facciano maturare le vocazioni degli uomini.
Qual è il bilancio della Buona scuola e quali le prospettive della riforma che in molti dicono di voler abolire?
Per decenni sulla scuola si è pensato solo a tagliare. Finalmente, grazie a questo Governo, si è tornati a investire sulla scuola. È questa è la prima grande novità della Buona scuola. Tra il 2008 e il 2013, l’Ocse ha calcolato un taglio del 14% nella spesa pubblica italiana per l’istruzione. Noi abbiamo invece cambiato passo e direzione. Chi vuole abolire, cancellare queste novità, forse rimpiange quando sulla scuola si tagliava, non si assumeva o lo si faceva solo a tempo determinato da settembre a giugno. Oppure rimpiange i 40 anni di mancati finanziamenti sull’edilizia scolastica.
Altra novità controversa è l’alternanza scuola-lavoro...
L’alternanza è sempre esistita nella scuola, non ci siamo inventati nulla, è un’esigenza che parte dai ragazzi, dalle loro domande. La scuola non è solo quella dell’acquisizione delle nozioni, ma è anche il luogo in cui si apprendono competenze che servono per la vita e che formano l’uomo nella sua totalità. L’alternanza è fondamentale. Per capire questo occorre un cambiamento di mentalità da parte di tutto il Paese.