Elezioni. Chi è Nello Musumeci, il nuovo governatore della Regione Sicilia
Un ritratto del nuovo governatore della Sicilia Musumeci (Ansa/Orietta Scardino)
Una vita dalle mille sfaccettature, ma tutta vissuta sulla corsia di destra, quella di Sebastiano Musumeci, detto Nello, il nuovo governatore della Sicilia. Prima, sin da giovanissimo, militante del Msi, poi passato da An a Storace, per dissensi con l’allora leader Gianfranco Fini. Infine, frontman vincente della coalizione di centrodestra. Queste le tappe della sua storia politica, iniziata nel paese natio, Militello in Val di Catania, lo stesso di Pippo Baudo, del quale è stato dirimpettaio. E dove domenica ha preso ben il 75,4% dei consensi.
Ha svolto il lavoro di bancario ed è anche giornalista, oltre ad aver fondato l’Istituto siciliano di studi politici ed economici (Isspe) e aver scritto numerosi saggi di storia dell’isola. Da ragazzo ha fatto parte dell’Azione cattolica, come ha rivelato lui stesso in questi giorni. A soli 15 anni, nel 1970 (è infatti nato nel 1955) è entrato nella Giovane Italia, l’organizzazione studentesca missina. Da lì è iniziata la gavetta: consigliere comunale a Militello e in vari altri paesi del Catanese, diventa anche vicesindaco a Castel di Iudica nel 1983. Poi consigliere provinciale e infine presidente della Provincia di Catania dal 1994 al 2003. Queste le tappe di un curriculum di tutto rispetto per un politico nato e cresciuto alla vecchia scuola dei partiti della cosiddetta Prima Repubblica.
Che si trova catapultato nel post Tangentopoli su una delle due poltrone - l’altra è del sindaco repubblicano Enzo Bianco - di quella che viene definita la "primavera di Catania". Prima di vedere la sua vita colpita da un evento che l’ha tragicamente segnata, la perdita del figlio Giuseppe (quello piccolo si chiama Giorgio, pare in omaggio ad Almirante), morto all’improvviso per un infarto fulminante: «Una cosa tremenda. Questo mi aiuta però a relativizzare tutto il resto», ha dichiarato.
La "marcia" politica lo porterà a ricoprire incarichi di partito a livello regionale, ad entrare nell’Assemblea regionale siciliana e a tentare la scalata alla presidenza della giunta. Quello di domenica era, infatti, la terza candidatura di Musumeci: le altre due nel 2006 e nel 2012. Prima in rottura con l’attuale coordinatore di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, poi su sua indicazione diventa il candidato del centrodestra (ma vince il "civico" Rosario Crocetta). A livello isolano è stato anche presidente della Commissione Antimafia dell’Ars. Già in precedenza era stato sotto scorta per anni in seguito a minacce mafiose.
Nel frattempo nell’intensa vita politica del neo governatore è stata tutta una girandola di incarichi e di iniziative. Dal 1994 è per tre volte di fila europarlamentare. Nell’ultima tornata, nel 2004, prende più voti perfino del suo segretario nazionale, Gianfranco Fini. I rapporti tra i due si rompono e nel 2005 Musumeci abbandona Alleanza nazionale e fonda un movimento regionale tutto suo: Alleanza siciliana. Barra sempre a destra. Tanto che nel 2008 confluisce nell’omonimo movimento fondato da Francesco Storace. Riesce, però, a uscire dall’angolo in cui la destra identitaria pian piano finisce. Tanto da diventare, sia pure per pochi mesi da aprile a novembre del 2011, sottosegretario al Lavoro nel governo Berlusconi IV. Circostanza che in questi giorni ha opposto come prova di fiducia a chi gli ricordava che il Cavaliere avrebbe preferito che domenica corresse l’economista Gaetano Armao.