Un supporto che vuol dire continuità di programmazione nell’attività clinica. Per questo la Regione Lazio si impegna a provvedere, con un apposito e specifico contributo a favore della Fondazione Policlinico A. Gemelli, a sostenere tutte le attività del
Centro Clinico Nemo (Neuro-Muscular-Omnicenter), considerato una vera eccellenza dal punto di vista sanitario e un sicuro punto di riferimento per la qualità dell’accoglienza ai Pazienti affetti da Sla e tutte le diagnosi ad essa collegate. È questo il frutto di un
ordine del giorno votato oggi in consiglio regionale su proposta di Fratelli d’Italia, prima firmataria Chiara Colosimo, e sottoscritto anche dai gruppi di Forza Italia, Movimento 5 Stelle, dalla Lega e dal gruppo Energie per l’Italia.Il centro clinico NeMo è una struttura dedicata alla diagnosi, assistenza multidisciplinare, formazione e ricerca delle malattie neuro-muscolari, come la Sclerosi laterale amiotrofica, distrofie muscolari, atrofie spinali, polineuropatie ed è il risultato della collaborazione tra associazioni di pazienti e Fondazione policlinico Gemelli. Attualmente il centro dedicato agli adulti è dotato di 10 posti letto ed ogni anno ricovera circa 260 pazienti con problematiche respiratorie e di nutrizione o complicanze infettive; qui vengono effettuati circa duemila accessi ambulatoriali per anno, per diagnosi e monitoraggio della evoluzione delle patologie, consentendo tempestività degli interventi e riduzione degli accessi in Pronto soccorso.Tutti i centri NeMo italiani sono stati aperti dopo che accordi con le singole regioni avevano riconosciuto un finanziamento specifico, con una voce ad hoc per coprire per intero la spesa del loro funzionamento. «Solo nel Lazio – spiega
la consigliera Chiara Colosimo - questo non è mai avvenuto, principalmente per un problema tecnico-amministrativo tanto che nel 2015 la Fondazione Gemelli ha deciso di aprire comunque il centro sostenendo una spesa annua di circa 3 milioni e mezzo annui. Una lacuna che va colmata considerata l’importanza del servizio reso da questo centr»o, che arriva a percentuali del 90%-95% di pazienti Sla , giunti alla fase critica, che si rivolgono ad esso per essere seguiti «con un risparmio rilevante per la Regione Lazio sui costi dei reparti di rianimazione».