Attualità

LAVORO E FISCO. «Basta precari di Stato» concorso per assunzioni e stop a nuovi ingressi

Vincenzo R.Spagnolo martedì 27 agosto 2013
«Nel decreto legge si decide di dare una soluzione strutturale al tema del precariato nella pubblica amministrazione...». È un Enrico Letta sereno e determinato quello che, alle sette di sera, descrive ai cronisti i contenuti dell’accordo trovato in Consiglio dei ministri, dopo poco più di due ore di riunione, su due testi, un disegno di legge e un decreto legge, che definiranno i termini per stabilizzare nel tempo i circa 150mila precari della Pubblica amministrazione (35mila solo nella Sanità, secondo il ministro Beatrice Lorenzin), cercando inoltre di rendere più efficiente l’impiego dei fondi strutturali europei. È una giornata infinita, quella del premier, che ha già affrontato nel primo pomeriggio un vertice a Palazzo Chigi sul nodo dell’Imu: un tavolo a cinque, col vicepremier Angelino Alfano e i ministri dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, degli Affari regionali, Graziano Delrio, e dei Rapporti col Parlamento, Dario Franceschini. Poi il Cdm, alle 16.30. E in serata una riunione sulla rovente questione siriana coi titolari di Esteri e Difesa, Bonino e Mauro, e ancora Alfano, in veste di ministro dell’Interno.Lo stato di fibrillazione nella maggioranza sulla vexata quaestio della decadenza di Silvio Berlusconi da senatore e la travagliata decisione sull’Imu (da prendere entro domani) non paiono aver fiaccato la fiducia del premier, che intanto incassa dall’esecutivo un via libera importante sulle assunzioni nella Pubblica amministrazione: «Abbiamo deciso di tipizzare e ridurre le forme di lavoro flessibile – chiarisce –, mettendo alcune barriere per evitare che nel nostro Paese si ripetano scorciatoie per entrare nella Pa». L’annoso calvario dei precari di lungo corso potrebbe finire: quelli impiegati da almeno tre anni verranno stabilizzati attraverso «procedure selettive», assicura il ministro della Funzione pubblica, Giampiero D’Alia, garantendo inoltre l’assunzione di tutti coloro che hanno vinto un concorso pubblico. Il premier inoltre annuncia «l’assunzione di 120 persone», con una «rigorosa selezione» fra candidati con «esperienza europea di gestione dei fondi», perché «uno dei nostri atavici problemi è l’incapacità di usare bene» le risorse strutturali europee». Nel testo del decreto, ancora, un ulteriore taglio del 20% delle auto blu ministeriali e una sforbiciata alle consulenze dorate.Ma la giornata segna pure un punto a favore nella trattativa per la riscrittura dell’Imu. Nessuno dei partecipanti al vertice ristretto si sbilancia (il premier ha chiesto discrezione) ma l’impressione è di un passo in avanti: «C’è ancora da lavorare fino a mercoledì, ma possiamo farcela», twitta Alfano. «Stiamo continuando a ragionare e a valutare tutte le opzioni percorribili», ammette Delrio. Secondo alcune fonti, nel vertice si sarebbe passati dalle nove ipotesi prospettate dal Tesoro ad un paio. L’idea di una service tax "federalista", in cui far confluire l’Imu, è condivisa, ma dovrebbe essere inserita nella legge di stabilità e dunque partire dal 2014. Nel frattempo, il governo punta a cancellare il pagamento della prima rata entro il 16 settembre e ad individuare le coperture per la seconda rata di dicembre (2 miliardi di euro), in un momento in cui ne servono però altri 3 per scongiurare l’aumento dell’Iva, rifinanziare la Cig e risolvere il problema esodati. Ma il nodo Imu va sciolto e per farlo, ieri il premier si è mosso di persona, con alcune telefonate «costruttive» con uno degli economisti di punta del Pdl, il capogruppo alla Camera Renato Brunetta. Oggi sulla scacchiera si muoveranno anche l’Anci, convocata a Roma da Piero Fassino, e il Pd, con una riunione al Nazareno in mattinata fra i ministri del partito, il segretario Guglielmo Epifani e il responsabile Economia, Matteo Colaninno, dalla quale uscirà la proposta finale del partito.​