Doveva essere il giorno del varo del decreto anticorruzione, invece, ha spiegato il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, il governo ha solo avviato l’esame del provvedimento «e penso che il via libera possa arrivare la prossima settimana». Un "penso" che si è trasformato in una certezza nel comunicato ufficiale del Consiglio dei ministri, dove senza mezzi termini, su insistenza del premier, viene posta la data della «prossima riunione».Una corsa contro il tempo, considerando che si prevedono numerose modifiche, che la stesura del testo coinvolge tre ministri e va a incidere sull’intero sistema della pubblica amministrazione e su numerosi reati penali, inasprendo le pene per corruzione e concussione. E non è esclusa l’ipotesi di stralciare la parte che riguarda i reati che determinano l’ineleggibilità e l’incompatibilità a ruoli, anche elettivi, negli enti locali, oltre al rafforzamento dei controlli contabili, inserendola con un emendamento all’apposito decreto sugli enti locali in discussione alla Camera. Difficoltà emerse immediatamente dopo l’illustrazione del testo da parte del ministro Alfano, con una lunga serie di obiezioni e perplessità da parte di numerosi ministri, dalle quali è emersa la necessità di integrare il testo, soprattutto per la parte relativa alle procedure di trasparenza e prevenzione. Allo stesso tempo il ministro Franco Frattini ha fatto presente il rischio che simili misure, senza gli opportuni contrappesi, possano mettere nelle mani della magistratura una sorta di potere nella scelta dei candidati.Evidente, quindi, la necessità di uno slittamento. Resta il fatto che Silvio Berlusconi è fortemente intenzionato a dare una risposta immediata e concreta ai recenti fatti emersi dall’inchiesta di Firenze sugli appalti del G8 e alla recente denuncia della Corte dei Conti sul dilagare della corruzione nell’amministrazione pubblica. Segno evidente che comincia a serpeggiare il timore di possibili ripercussioni sul risultato delle regionali. Da qui l’impegno per la prossima settimana. Proprio stamane il premier è tornato sul ddl assicurando la volontà di tutti i ministri di far slittare il ddl alla settimana prossima per migliorarlo, e sottolineando la sua volontà e determinazione nel varare le misure al più presto. Il decreto sarebbe stato diviso in tre sezioni. La prima, quella discussa ieri e sulla quale ci sarebbe un accordo di massima, è stata approntata dal ministro della Giustizia Angelino Alfano e riguarda l’inasprimento delle pene per i reati contro la pubblica amministrazione. La sezione sugli enti locali è affidata alle cure dello stesso Calderoli, mentre il ministro Brunetta si dovrà occupare di mettere a punto misure che costituiscano un filtro per il diffondersi della corruzione. In particolare si pensa di affidare a ciascun dirigente della pubblica amministrazione la stesura e la responsabilità, di veri e propri piani anticorruzione. Per ora, ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa «abbiamo affrontato solo la parte sanzionatoria e manca quella sulla prevenzione».