Decreto fiscale. Pace fatta tra Lega e M5s: via scudo e condono
"Abbiamo approvato il decreto fiscale nella sua stesura definitiva, abbiamo raggiunto un pieno accordo", lo dice, con aria sollevata, il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che ha sancito la pace tra Lega e Movimento 5 stelle. Dal testo spariranno quindi il condono penale e lo scudo fiscale per il rientro dei capitali all'estero, che era previsto nell'articolo 9 del decreto fiscale.
"Finalmente si chiudono due o tre giorni surreali, nessuno aveva intenzione di scudare, condonare regalare, non tutto il male vien per nuocere, tutto è bene quel che finisce bene", ha aggiunto il vicepremier Matteo Salvini. Insomma è stato ritrovato l'accordo, anche per "per recuperare quello che c'era nel contratto e non aveva trovato spazio, il saldo e stralcio delle cartelle di Equitalia, per le persone che versano in difficoltà economiche. Chiudiamo questa settimana con serenità fiducia compattezza e con questo impegno, e qua ci sono tre uomini di parola", ha quindi sostenuto Salvini.
Soddisfatto anche il vicepremier Luigi Di Maio che afferma: "Potenziamo lo strumento di saldo e stralcio delle cartelle Equitalia per tutte le persone in difficoltà. Abbiamo ribadito all'unanimità in Cdm che non c'è alcuna volontà di favorire chi ha capitali all'estero. Grazie a questo decreto nasce oggi uno Stato amico che aiuterà la parte più debole dei contribuenti. È stato un pomeriggio di lavoro proficuo".
Il premier Giuseppe Conte ha ribadito che la "dichiarazione integrativa riguarda il 30% in più di quanto già dichiarato con il tetto di 100mila per anno d'imposta: non sono previsti scudi di sorta all'estero. A scanso di equivoci abbiamo anche valutato che tutto sommato poteva prestarsi a equivoci qualche causa di non punibilità, che avrebbe consentito di stimolare contribuenti ad aderire ma avrebbe dato un segnale di fraintendimento, quindi non ci sarà nessuna causa di non punibilità". E in merito a chi si trova in una situazione di difficoltà ha detto: "C'è un accordo politico per cui in sede di conversione di questo decreto legge troveremo una
formulazione adeguata a tutti i contribuenti che versano in situazioni di specifiche, oggettive, oggettiva, difficoltà economica". Infine "Non c'è nessuna volontà di fare una patrimoniale".
In quanto alla famosa "manina" che avrebbe modificato il testo Conte ha sostenuto che di fatto si ha trattato di una sorta di disguido tecnico: "Ci siamo riservati di valutare se la traduzione tecnica esaudisse l'accordo politico raggiunto e quando siamo andati a confrontare abbiamo visto che la traduzione tecnica non rispecchiava l'intesa politica".