Solidarietà. Volontari dei Cav a convegno: «Così diamo vita al futuro»
I diritti umani sono allergici alle deroghe: sacrosanto battersi contro il razzismo, odiosa forma di discriminazione, ma allora perché quando qualcuno chiede di considerare il bambino non ancora nato come appartenente alla famiglia umana (un’evidenza per qualunque mamma), con tutte le conseguenze del caso sul piano dei diritti, si alza subito la vibrata protesta di chi dice di battersi contro ogni esclusione? Non è forse anche la mano libera per sopprimere una vita umana nascente un modo per discriminare, particolarmente crudele perché contro l’indifeso per eccellenza?
Eppure quando Marina Casini Bandini propone questo semplice ragionamento ai 400 delegati di Movimenti per la vita (Mpv) e di Centri aiuto alla vita (Cav), da ieri a Montesilvano per il convegno nazionale, l’idea suona poco meno che rivoluzionaria: «Il nostro impegno – sillaba la presidente nazionale del Mpv – è paragonabile a quello che ha portato alla liberazione dalla schiavitù e all’uguaglianza dei “neri” rispetto ai “bianchi”. Anche il nostro – aggiunge, coerentemente – è un movimento di liberazione da una situazione di minorità in nome della dignità umana, perché affermiamo che tutti gli esseri umani sono uguali anche quando si trovano nella fase iniziale della loro esistenza».
A centinaia di volontari di ogni età e condizione sociale che si mettono accanto alla vita – della mamma, del bambino, della famiglia – per aiutarla a rimuovere l’infinità di ostacoli sulla strada di una elementare affermazione di esistenza. La presidente chiede di guardare lontano, di «dare vita al futuro», come invita a fare il titolo di questo 39° incontro nazionale, proponendo un «impegno culturale» accanto al consolidato e preziosissimo «servizio concreto». Una scelta di campo attualissima, che risponde alla necessità di allargare le alleanze sul campo per «convincere tutta la comunità allo sguardo sul figlio concepito».
Non c’è alternativa a questa creazione di una rete che vada oltre questo – sempre commovente – “popolo della vita”. Un esempio concreto è l’impegno a «operare affinché il lavoro dei Cav sia accolto e riconosciuto valido come servizio pubblico», e non solo dove si può contare su amministrazioni locali sensibili come quella pescarese (con il sindaco Carlo Masci entusiasta sostenitore dei volontari pro life).
La sfida va oltre le schematizzazioni politiche (non sempre affidabili, peraltro). Lo ricorda nel suo messaggio il cardinale Gualtiero Bassetti: «Purtroppo oggi difendere la cultura della vita è diventato molto più difficile rispetto al passato – scrive il presidente dei vescovi italiani – a causa dell’affermazione di una mentalità nichilista e consumista che ha favorito il progressivo svuotamento di significato della persona umana».
Siamo dentro «una crisi di senso, civile e morale, che mina le basi della convivenza sociale al di là della fede che si professa». Sul rispetto della vita più vulnerabile – nascente, morente, povera, disoccupata, migrante – la nostra società si gioca il futuro. Per questo Bassetti vede nel Movimento per la vita «una forza di rinnovamento, di testimonianza e di speranza», spronando i suoi animatori a «operare incessantemente perché tutti, credenti e non credenti, comprendano che la tutela della vita umana fin dal concepimento è condizione necessaria per costruire un futuro degno dell’uomo».
E se una perdurante e incomprensibile ostilità culturale e mediatica alla sua testimonianza può far credere che ci si batte per una causa nobile ma periferica, il presidente della Cei invita a sentirsi orgogliosi di quel che si continua a fare: «Quante vite umane avete salvato dalla morte!».
Difficile pensare a un argomento più convincente di questo. Uno sforzo per far risuonare il «Vangelo della vita eternamente giovane», dice Marina Casini Bandini, verso il quale papa Francesco nel telegramma inviato tramite il segretario di Stato cardinale Pietro Parolin indirizza il suo «sincero apprezzamento» per «l’impegno profuso a favore della vita quale dono inestimabile, segno e riflesso della bontà di Dio verso ogni creatura».
In particolare il Papa indica «l’importanza di una più incisiva formazione per un sereno approccio di amorevole accoglienza e cura del concepito, fin dal primo istante della sua esistenza».
È chiaro, qui, che «non si tratta – dice la presidente del Mpv – semplicemente di incentivare le nascite per garantire un avvenire alla società»: la vita nascente oggi è «la leva per un profondo e generale rinnovamento morale e civile».