Attualità

ANNO ACCADEMICO. Università Cattolica, il rettore Ornaghi: «Colpiti pesantemente dai tagli»

giovedì 11 novembre 2010
«Gli effetti perversi dei provvedimenti dei governi dal 2007 ad oggi stanno colpendo in maniera irragionevolmente dura, con diversi "tagli tecnici lineari", le università non statali più di quelle statali e fra tutte le non statali la nostra più delle altre». È uno dei passaggi centrali del discorso tenuto oggi da Lorenzo Ornaghi rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore per l'inaugurazione dell'anno accademico della sede di Roma.«Dopo che ci sono stati tolti 12 milioni di euro (dai 55 del 2007 siamo passati ai 42,9 del 2009) – ha rilavato il rettore – dal prossimo anno ci vedremo privati di ulteriori 13 milioni di euro». A questo modo «il finanziamento statale si attesta a quasi la metà di quello del 2007 passando da 55 milioni a 30,1». Con tagli di questo tipo, ha rimarcato il rettore, «le "buone" istituzioni sono oggi condannate a lavorare nella più totale solitudine e nel più sconcertante isolamento» e «il problema del finanziamento delle università non statali sembra destinato a incancrenirsi in una specie di vuoto pneumatico politico-istituzionale».A questo proposito Ornaghi ha richiamato anche gli effetti dei decreti milleproroghe degli ultimi anni: «se per caso ancora una volta - ha detto - le università non statali venissero escluse dalle poche o tante risorse erogate al sistema universitario, ciò rappresenterebbe non soltanto una beffa umiliante, ma suggellerebbe l'incapacità di pensare la riforma delle università in chiave europea e calpesterebbe il principio stesso di sussidiarietà». Il rettore si è inoltre concentrato sui fondi complessivi per la ricerca che "nel 2009 sono stati di quasi 26 milioni di euro, a cui sono da aggiungere i 4 milioni e 175 mila messi direttamente a disposizione dell'ateneo". Ornaghi ha fatto notare che «dell'importo globale la percentuale del finanziamento da parte del ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca è scesa dal 17,78% al 6,8% sugli ultimi 5 anni». In particolare sui finanziamenti per progetti di ricerca di interesse nazionale (Prin) «mentre nel 2005 la nostra università era riuscita ad ottenere 1,7 milioni di euro, a seguito dell'ultimo bando l'importo è stato poco superiore ai 900 mila euro, con un finanziamento medio a progetto di 23 mila euro per unità di ricerca».Il rettore ha quindi rimarcato che «per ogni singolo progetto il ministero ha progressivamente ridotto gli importi fino a scendere sotto la soglia del 50% di quanto richiesto, determinando così la quasi impossibilità per molte aree scientifiche di portare a compimento i progetti stessi. Il decremento percentuale complessivo dal 2005 al 2009 è pari a -18,46%». Il policlinico Gemelli «è un bene impareggiabile per Roma, irrinunciabile per tutta la Regione, prezioso per l'Italia intera». Lo ha sottolineato Ornaghi, lanciando un appello per la salvaguardia di questa struttura e della sua «autonomia funzionale». Ornaghi si è rivolto oltre che alla comunità universitaria «ai tanti dipendenti che qui giorno e notte lavorano, in condizioni non di rado sempre più difficoltose». Pur riconoscendo la necessità di fare dei sacrifici, in un momento difficile anche per la sanità della Regione del Lazio, alle prese con un piano di rientro dal deficit, Ornaghi ha difeso «l'autonomia funzionale» del Gemelli, ossia la sua natura giuridica, anche in ragione dei finanziamenti riconosciuti alla struttura. L'OMELIA DI MONS. FILONILa missione specifica di un’Università è apportare sapere e conoscenza, è essenzialmente ‘missione di carità’, è condividere il proprio mantello a favore dell’uomo e della sua qualità di vita”. Lo ha detto stamattina, facendo riferimento a san Martino, vescovo di Tours, mons. Fernando Filoni, sostituto per gli affari generali della segreteria di Stato vaticano, nell’omelia della messa celebrata in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2010-2011 dell’Università del Sacro Cuore di Roma.A questa missione di carità «l’Università Cattolica del Sacro Cuore partecipa anzitutto – ha sottolineato mons. Filoni – con il rigore scientifico con cui si applica alla ricerca del sapere e della verità delle cose, all’elaborazione dei dati e alla condivisione e comunicazione dei risultati raggiunti». Per il presule, «l’acquisire una profonda competenza, anzi la più profonda possibile, in particolare per voi che attraverso la scienza medica siete a contatto diretto con problematiche riguardanti la vita delle persone in momenti di difficoltà e di sofferenza, è non solo un impegno, ma un dovere».