Bergamo. Morire nel cassonetto degli abiti usati per cercare un maglione
Un cassonetto degli abiti usati in una foto di repertorio
È morto cercando di recuperare un vestito in un cassonetto per la raccolta degli abiti usati. È successo la mattina del 6 maggio, prima delle otto, a Canonica d’Adda in provincia di Bergamo. Il giovane, probabilmente straniero, stava forse cercando qualcosa con cui coprirsi dal freddo e dalla pioggia, un maglione o una coperta, ma è rimasto incastrato. Ad accorgersi dell’uomo, sui 30 anni, è stato un addetto alla piazzola ecologica. Per ora l’identità è ignota, non aveva con sé documenti utili al riconoscimento.
Non è la prima volta. Nel maggio del 2020, a pochi chilometri di distanza era già capitato un incidente simile. Karim Bamba, un bambino di 10 aveva perso la vita proprio in uno di quei cassonetti gialli. Abitava a Boltiere, sempre in provincia di Bergamo. Forse era entrato per gioco, forse per cercare qualche abito “nuovo”. Secondo di cinque fratelli, viveva in una casa comunale. Anche lui è morto incastrato in uno di quei cassonetti per colpa di quel meccanismo anti-intrusione. Il risultato dell’autopsia fu “asfissia meccanica”: il portellone si era chiuso soffocandolo. Una tragedia che per il pm Emanuele Marchisio divenne una vera e propria battaglia. Lottò per cercare di cambiare le cose, facendo il possibile per segnalare al Ministero delle Imprese e del made in Italy e agli enti competenti i potenziali pericoli dei cassonetti “modello 1”, come quello in cui Karim ha perso la vita. La procura aveva chiesto al giudice il sequestro preventivo su tutto il territorio nazionale dei cassonetti per la raccolta di abiti usati. Il Ministero ha risposto all’inizio di quest’anno: «L’errato o cattivo uso di un prodotto rispetto al livello di rischio associato al suo uso in condizioni normali di esercizio o ragionevolmente prevedibili, esula dalle azioni compiute dal fabbricante in ordine alla valutazione stricto sensu della sicurezza e del rischio». Cioè se l’uso è scorretto, non si può valutare il rischio.
Dopo l'incidente di Karim almeno altri due giovani sono morti nel 2022 in cassonetti per abiti usati. E il pubblico ministero ha segnalato anche le circostanze simili avvenute prima della morte Karim: nel maggio 2006, a Senago, un ragazzo romeno di 27 anni; nel marzo 2007, un senza fissa dimora a Prato; a ottobre 2008, è rimasto ferito un bimbo di 10 anni; il 3 maggio 2017 a Pagani (Napoli) un ragazzo straniero è stato salvato dai passanti, come accaduto a Carmignano del Brenta, il 4 dicembre 2012.
I cassonetti gialli sono sparsi per le vie delle città di tutta Italia. Dal 1 gennaio 2022, è infatti obbligatorio raccogliere i cosiddetti rifiuti tessili. Una volta lasciati gli abiti nei cassonetti gialli, secondo la legge sono previste tre fasi: lo stoccaggio, l’igienizzazione e la selezione. Secondo l’ultimo rapporto Ispra, sono stati 160mila le tonnellate di rifiuti tessili prodotti in Italia nel 2022. I cassonetti gialli permettono di ridare valore agli indumenti non utilizzati, aiutando chi ha più bisogno e sostenendo un processo di riciclo e riutilizzo.