Attualità

LA CERIMONIA. La Cassazione: «La giustizia è al fallimento»

sabato 29 gennaio 2011
Non è una festa. Nella tradizionale inaugurazione dell’anno giudiziario - edizione numero cento - i vertici della Cassazione registrano «la situazione quasi fallimentare» del sistema-giustizia, elencando, oltre alle carenze di organico e di risorse, i dati-choc sui tempi della giustizia e sugli indennizzi pagati dallo Stato per l’eccessiva durata dei processi. Dati che rappresentano «un grave pericolo per lo stato di diritto», e che vengono ribaditi quasi con un’unica voce sia dal Primo presidente Ernesto Lupo sia dal Procuratore generale Vitaliano Esposito. Con un’aggravante, dice Lupo nella sua relazione: «Ci troviamo in una fase delicata e critica della vita del Paese, in cui sembrano prevalere contrapposizioni, frammentazioni e interessi settoriali». Parole che Napolitano, Schifani, Fini, Vietti, Alfano e Gianni Letta ascoltano con attenzione e preoccupazione.Non mancano, tuttavia, spunti e proposte per andare oltre il clima aspro tra toghe e politica. «Superiamo le esasperazioni polemiche – esorta il Primo presidente –, i magistrati adempieranno alle loro funzioni con serenità e impegno». «Facciamo quelle riforme del processo che sono a costo zero», dice il pg della Suprema Corte. Il Guardasigilli raccoglie, prova a stemperare la tensione («la gran parte dei giudici sono equilibrati, saggi...) e rilancia: «Se potremo continuare la legislatura il cammino delle riforme sarà percorso fino in fondo». Cammino, specifica, che incontra «da più parti resistenze corporative». Non è mistero che la riforma della giustizia sia il primo capitolo del rilancio di Berlusconi («giustizia e fisco sono in cima alla nostra agenda», ha ripetuto nel videomessaggio di ieri sera). Ma è sui contenuti che politica e toghe si dividono. È noto, ad esempio, che tra i capitoli cari ad Alfano (e al premier) c’è anche quello sulle intercettazioni. E sul punto Lupo ha posto una barriera, anche se non insormontabile: «Sono uno strumento fondamentale di indagine, senza non potremmo combattere la criminalità organizzata, ma occorre evitare gli abusi». Divergenze, rileggendo le due relazioni, si registrano anche sui dati relativi ai processi civili pendenti: Alfano, nell’elencare i «risultati positivi» del governo («prima di me l’informatica era all’anno zero», dice riprendendo una recente polemica con l’Anm), segnala una diminuzione del 4 per cento, ma per la Corte il ribasso è dello 0,8 per cento.Gli accenni alle polemiche attuali, seppure con toni ridotti, non mancano. «In un sistema democratico – ricorda ancora il Primo presidente – i processi si fanno nelle sedi proprie». E richiamano il presente anche la difesa del Csm, della Consulta, dell’obbligatorietà dell’azione penale, la segnalazione del «malcontento che serpeggia tra i magistrati», l’emersione della ’ndrangheta al Nord. (M.Ias.)LE RIFORME A COSTO ZEROAtti inutili: evitarli a tutti i costi. Dal principio della ragionevole durata del processo deriva quello di "efficienza processuale", così sintetizzabile: «Non svolgere attività processuali inutili». L’istruzione probatoria deve essere disciplinata dal criterio della rilevanza della prova, che preclude ogni ricerca errata di informazioni.Inmpugnazioni: un vaglio più rigoroso. Le impugnazioni devono essere sottoposte a un vaglio effettivamente rigoroso circa la specificità dei motivi e - per la Cassazione - anche riguardo alla decisività. Non è razionale, inoltre, che sulla medesima questione si pronuncino, sommando i vari procedimenti, sei o anche nove giudici diversi.Motivazioni: meno tempo a scriverle. Nel sistema italiano, una preponderante attività del giudice consiste nella scrittura delle motivazioni dei provvedimenti. Si può intervenire in questa fase per risparmiare tempi e risorse, ma i giuristi avvertono: occorre procedere con cautela per rispettare le garanzie costituzionali del processo.Prove: più facili con la scienza. Il futuro vedrà un ruolo sempre maggiore delle prove scientifiche. Potenziando la polizia scientifica, organizzando archivi informatici e fissando standard procedurali si possono realizzare economie di scala, anche a livello internazionale, avvicinando i sistemi processuali.