Egitto. DaI Senato sì alla cittadinanza italiana a Zaki. Presente anche Segre
Con il voto unanime della maggioranza al Senato è stata approvata la mozione del Pd che impegna il governo ad attivarsi per conferire a Zaki la cittadinanza italiana e a sollecitare la sua liberazione da oltre 432 giorni in carcere in Egitto.
"Da quasi 15 mesi Patrick Zaki, studente e ricercatore dell'Università di Bologna, attivista per i diritti umani, è imprigionato nelle carceri egiziane per la sola colpa delle sue idee. Dal 7 febbraio 2020 è sottoposto ripetutamente, senza prove e senza processo a quella che viene chiamata detenzione preventiva ma è a tutti gli effetti una detenzione arbitraria e una violazione dei diritti umani. Zaki è stato picchiato e torturato con scariche elettriche, le accuse contro di lui sono pretestuose". Lo ha detto il senatore del Pd Francesco Verducci, primo firmatario della mozione sulla cittadinanza italiana a Zaki, illustrando il testo nell'Aula del Senato.
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Anche la senatrice Liliana Segre in aula al Senato per votare la mozione per chiedere l'impegno del governo a conferire la cittadinanza italiana a Patrick Zaki, detenuto in Egitto dal 7 febbraio 2020 - Ansa
"La firma e presenza di Liliana Segre - ha affermato - in quest'aula, il suo nome accanto a quello di Zaki ha un valore incommensurabile contro ogni violazione dei diritti umani e civili, contro ogni indifferenza. Quando Zaki saprà che abbiamo approvato questo ordine del giorno sarà orgoglioso dell'Italia, come noi lo saremo quando sarà di nuovo libero".
"La reclusione e la sorte di Zaki - ha concluso Verducci - rende più profonda la ferita del sequestro, della tortura, dell'omicidio di Giulio Regeni, abbiamo il dovere di non smettere mai di pretendere dalle autorità egiziane verità e giustizia per Giulio".
Il voto in Senato è stato unanime e sebbene "la mozione oggi presentata" per accordare la cittadinanza a Patrick Zaki "trova il parere favorevole del governo", la viceministra degli Esteri Marina Sereni, intervenendo al Senato durante il dibattito, ha però avvertito che andranno approfonditamente verificate di alcune circostanze.
Primo, "la cittadinanza si configurerebbe come un gesto simbolico privo di effetti pratici anche alla luce del diritto internazionale, perché incontrerebbe la difficoltà di offrire protezione consolare, prevalendo la cittadinanza originaria" di Zaki, in carcere al Cairo dal 7 febbraio del 2020. In questo senso, ha osservato Sereni, "l'Egitto ha dato prova di applicare questo principio in modo stringente". La viceministra ha sottolineato "i possibili effetti negativi sul suo rilascio", innescando possibili reazioni "controproducenti". Ecco perché secondo la viceministra "urge una riflessione attenta".
Sereni ha assicurato che "questo governo segue con la massima attenzione il caso di Patrick sin dal suo arresto, a febbraio 2020", garantendo che "porterà avanti ogni possibile iniziativa sia in modo bilaterale - attraverso l'ambasciata al Cairo - che multilaterale, in sede europea e Onu e in tutti i fora utili" per raggiungere "il nostro obiettivo comune: la liberazione di Patrick".