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CRIMINI DI GUERRA. Caso Priebke, contatti Italia-Germania Giallo sulla salma

giovedì 17 ottobre 2013

Ancora giallo sulla salma di Erich Priebke, l'ufficiale nazista morto sei giorni fa a Roma: il feretro si trova ancora nella base militare di Pratica di Mare, dove è stato portato due notti fa dopo il mancato funerale ad Albano Laziale (Roma). Caso Priebke. contatti Italia-Germania (di Luca Liverani). Or​a il braccio di ferro è tutto sulla destinazione della salma. Che ieri, nella notte, è stata portata via dall’aeroporto militare di Pratica di Mare. Dopo la giornata di scontri tra antifascisti e neonazisti attorno ai funerali di Erich Priebke, ieri è stata la volta della delicata trattativa diplomatica tra i governi di Roma e Berlino, per scrivere la parola fine alla vicenda terrena del “boia delle Ardeatine”. Né Roma, né Albano, né Cassino – dove sorge il cimitero militare tedesco – vogliono concedere sepoltura all’ex ufficiale delle Ss. Nemmeno la sua patria sembra disposta a riprenderselo: Henningsdorf, il paese natale, non vuole «un punto di attrazione per neonazi», il ministero degli Esteri tedesco mette come condizione la richiesta dei parenti. Ma i due figli di Priebke – uno in Argentina l’altro negli Usa – non solo non sono venuti in Italia per i funerali, ma non si sono interessati alla salma. Per il centro Wiesenthal di Gerusalemme «andrebbe cremato e le sue ceneri sparse nel Mediterraneo». Sullo sfondo le polemiche sulla gestione dell’ordine pubblico da parte del prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro: a sinistra c’è chi ne vuole le dimissioni, con Sel che chiede al governo di riferire alla Camera, mentre a destra lo difendono.Dopo gli scontri ad Albano davanti alla sede della Fraternità San Pio X dei lefevriani, il prefetto aveva sospeso i funerali perché la cerimonia rischiava di trasformarsi in una celebrazione neonazista per l’arrivo di un gruppo di estremisti di destra. La situazione degenerava con lanci di sassi, bottiglie e bombe carta. Così, poco prima dell’una di notte, un furgone della polizia, bersagliato da sassi e petardi, portava via la bara. Cerca di stemperare la polemica il ministro degli Esteri, Emma Bonino. «Penso che la memoria non vada cancellata – dice – ma isterie di vario tipo non aiutano».

Ieri la precisazione della comunità religiosa ultraconservatrice: «Ribadiamo il nostro rifiuto di ogni forma di antisemitismo e di odio razziale – si leggeva sul loro sito – ma anche dell’odio sotto tutte le sue forme». Il funerale «si sarebbe dovuto svolgere in forma privata, senza alcuna enfasi o strumentalizzazione mediatica». La Fraternità spiega di avere ricevuto «la richiesta da parte dei familiari del signor Erich Priebke», definito «controverso ex ufficiale tedesco già condannato dalla giustizia italiana per l’atroce eccidio delle Fosse Ardeatine», ma comunque «un cristiano» che «qualunque siano stati le sue colpe ed i suoi peccati», «nella misura in cui muore riconciliato con Dio e con la Chiesa ha diritto alla celebrazione della S. Messa e alle esequie».

Messa la bara al sicuro da proteste e manifestazioni nell’area militare a sud della Capitale, sono dunque partite le trattative per la tumulazione. Fonti di governo riferiscono che «si sta lavorando a 360 gradi per dare soluzione al problema, in un contesto tecnico-giuridico estremamente complesso». Il ministro degli Interni del Brandeburgo, dove sorge Henningsdorf, dice che «se proprio fosse inevitabile si potrebbe ipotizzare una tomba senza nome». Al Comune non è arrivata nessuna richiesta e la sepoltura lì viene riservata a chi vive o ha già una tomba. «La cura dei morti – puntualizza da Berlino il portavoce del ministero degli Esteri – tocca allo Stato dove una persona è morta, non c’è responsabilità del governo federale nella vicenda, contatti informali ci sono, ma la soluzione non dipende da noi e la gestione spetta ai parenti». Ma i figli – per la legge italiana la salma rientra nell’asse ereditario – non hanno finora manifestato interesse.Paolo Giachini, l’avvocato di Priebke – che pure ieri aveva rimesso il mandato – dice di non escludere la cremazione. E mentre asserisce di essere stato lui a sospendere i funerali «perché parenti e amici di Priebke non sono stati fatti entrare», annuncia il suo contributo alla conclusione rapida della vicenda: «Celebreremo anche il trigesimo e come richiesto dal defunto in futuro proietteremo il video del suo testamento».