IL PASTICCIO KAZAKO. Alfano: «Nessuno mi informò» L'Ue chiede chiarimenti
"Sono qui a riferire su una vicenda di cui non ero stato informato, e non ne era stato informato nessun altro collega del Governo, nè il presidente del Consiglio".Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha esordito così al Senato, dove ha provato a chiarire il "caso kazako", ovvero l'espulsione della moglie e della figlia del dissidente Ablyazov. Anche il ministro degli Esteri adesso vuole vederci chiaro: Emma Bonino ha già convocato l'ambasciatore della repubblica ex sovietica, Andrian Yelemessov, per avere spiegazioni. Ma il diplomatico ha già fatto sapere di "essere in vacanza all'estero" e di non saper nulla di eventuali chiamate.Intanto la Ue "ha chiesto informazioni alle autorità italiane su quanto avvenuto". Lo riferiscono fonti europee precisando come le informazioni chieste da Bruxelles servano a "verificare che siano state seguite le norme europee" in materia di asilo.
Alfano: "Non accada mai più"La polizia, secondo Alfano, non sapeva chi andava a cercare nella villa di Casal Palocco. "In nessuna fase della vicenda - ha sottolineato - i funzionari italiani hanno avuto informazione alcuna che Ablyazov fosse un rifugiato politico e non un pericoloso latitante". Il ministro ha negato che gli agenti intervenuti abbiano percosso la Shalabayeva, né i suoi parenti.Il pasticcio pare dovuto a una scarsa comunicazione tra apparati dello Stato. "Si è data importanza alla solaricerca del latitante" - si legge nella relazione del capo della polizia Pansa -, mentre è mancata "l'attenzione ad una verifica puntuale e completa su tutto il rapporto innescato dalle autorità kazake" che ha coinvolto direttamente il Gabinetto del ministro. E anche i servizi segreti, da parte loro, dicono di essere estranei alla vicenda. Lo ha chiarito al Copasir il direttore, generale Arturo Esposito. Peraltro, aggiunge Alfano "non è mai stata presentata domanda d'asilo da parte di Alma Shalabayeva". La richiesta è stata avanzata dai legali solo in un secondo tempo. "La donna - sottolinea Alfano - non ha mostrato neppure nessun permesso di soggiorno". Poi Alfano annuncia una "riorganizzazione" del Dipartimento della pubblica sicurezza. Spiega che la Shalabayeva può tornare "in qualsiasi momento" in Italia e aggiunge che vicende di questo tipo "non dovranno accadere più".Intanto è già caduta la prima testa. Il Capo di Gabinetto del ministro dell'Interno, prefetto Giuseppe Procaccini, si è dimesso. "Dimissioni accettate" ha detto Alfano. Ma Alfano resta nel mirino dell'opposizione. La mozione di sfiducia nei suoi confronti, avanzata dal M5S, verrà esaminata dall'Aula del Senato venerdì prossimo alle 8.30. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. Il Pdl però fa quadrato in difesa del ministro: «Senza di lui il governo non va avanti», dichiara il capogruppo alla Camera Renato Brunetta.