Doveva essere una manifestazione di solidarietà, si è trasformato in un autogol che più clamoroso non poteva essere. La manifestazione del Coisp (uno dei sindacati di polizia) in favore degli agenti condannati per la morte del 18enne Federico Aldrovandi, ha scatenato una polemica durissima che ha travolto lo stesso sindacato.La prima a reagire all’iniziativa è stata Patrizia Moretti, mamma del ragazzo morto dopo essere stato fermato dalla polizia il 25 settembre 2005. Quando dalla finestra del suo ufficio nel municipio di Ferrara ha visto quelle bandiere e quello striscione, è scesa in strada, per mostrare l’immagine del figlio massacrato, simbolo della battaglia che ha portato alla condanna definitiva per omicidio colposo di quattro agenti di polizia. Quando hanno visto la Moretti, i manifestanti si sono voltati, lasciando poco dopo la piazza del comune, anche se hanno spiegato di non sapere che lei lavorasse proprio lì. E in serata, in un imbarazzato comunicato, il Coisp ha spiegato di non avere voluto «mancare di rispetto verso il suo dolore di madre». E a fine giornata l’intera aula del Senato ha espresso solidarietà alla madre. I senatori, compresi i componenti del Governo, si sono alzati per esprimere il proprio sdegno. Tra gli esponenti del governo che hanno battuto le mani e si sono alzati in piedi in segno di solidarietà, anche il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri e l’ex capo della polizia ora sottosegretario con delega ai servizi, Gianni De Gennaro. «No, non ci saranno sanzioni, ma un giudizio morale assolutamente negativo sì» ha detto Cancellieri. «Ritengo sia un episodio doverosamente da condannare – ha aggiunto De Gennaro –. Serve rispetto umano per una madre che ha perso un figlio». La presidente della Camera, Laura Boldrini ha telefonato alla signora Moretti parlando di «protesta spietata e incivile» e invitando la donna a Montecitorio. E anche il Siulp (il più grande sindacato di polizia italiano) ha espresso “dissenso totale”. «Chiederemo – ha detto il segretario Felice Romano – di capire chi ha concesso l’autorizzazione a manifestare».Il presidio, regolarmente autorizzato, era organizzato da una settimana, nel giorno del congresso regionale al quale il segretario Franco Maccari aveva invitato anche Moretti, «per conoscersi e comprendersi». Ad animarlo circa una ventina di persone, dietro lo striscione “La legge non è uguale per tutti? I poliziotti in carcere, i criminali a casa. Solidarietà, amicizia, speranza, affetto per Luca, Paolo, Monica, Enzo”, ovvero i nomi dei colleghi condannati per la morte di Aldrovandi. Dopo aver incrociato la Moretti sulle scale, anche il sindaco Tiziano Tagliani è intervenuto per chiedere di spostare la manifestazione: «Così sembra una provocazione», ha spiegato. Ne è nato un violento scontro verbale con Maccari e l’eurodeputato Potito Salatto, in piazza con il Coisp. Patrizia Moretti allora è scesa accompagnata da alcune colleghe e con l’immagine di Federico, morto in un lago di sangue: «Sapete quanto mi costa, però quando è necessario bisogna farlo», ha spiegato. L’ultima parola è di Lino Aldrovandi, padre di Federico nel ricordare il suo incontro con Antonio Manganelli (“un amico”): «Rammento bene la reazione di Antonio Manganelli alla parola “sindacati”...»