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VERSO IL VOTO. Monti: nessuno dei due poli dà garanzie sulle riforme

sabato 26 gennaio 2013
​Né il polo con la destra e la Lega né quello del Pd "con l'estrema sinistra" danno garanzie di andare avanti "con le riforme per scrostare l'Italia dagli interessi corporativi delle categorie". E' quanto ha detto il premier Mario Monti durante una conferenza stampa a Milano.  Il premier Mario Monti, nella presentazione dei candidati alla Camera in Lombardia, ha spiegato che il suo movimento "non è con qualcuno né contro nessuno, ma con gli italiani che sostengono certe idee". Il presidente del Consiglio, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha spiegato che "é importante che altri ci diano delle risposte - ha detto - : chi è per una vera riforma del lavoro? Chi è per una riforma rigorosa della giustizia?". Monti ha spiegato che gli risulterebbe difficile immaginare di "far parte di un governo che non avesse una chiara impronta riformista su questi temi ed altri". Secondo Mario Monti, sarebbe "paradossale" che, dopo "un lavoro doloroso" fatto di sacrifici, "non ci fossero benefici per la nostra comunità" a causa del mancato proseguimento delle riforme. È quanto ha detto il premier a Milano durante la presentazione dei candidati di Scelta Civica per la Camera in Lombardia. "Siamo elettoralmente avversari della sinistra e a maggior ragione della sinistra di Vendola, e ci preoccupa la forte influenza della Cgil sullo schieramento di Bersani", ha aggiunto Monti. CASINI: SENZA UDC NON CI SAREBBE STATO MONTIPier Ferdinando Casini ha rivendicato come un trionfo dell'Udc l'impegno in politica di Mario Monti. "Il vero successo è che siamo entrati soli in questo Parlamento e siamo usciti con il presidente del Consiglio che ha inteso capeggiare questa area nuova", ha detto presentando a Roma i candidati nel Lazio. "Questo lo riteniamo il grande successo dell'Udc e per questo sosteniamo con l'anima e con il cuore Monti, siamo convinti che il Paese abbia ancora bisogno di lui", ha insistito, "per noi oggi è il migliore presidente del Consiglio, ha salvato l'Italia. Senza di lui l'Italia sarebbe finita nel baratro e senza l'Udc non ci sarebbe stato Monti. Per questo c'è questa sintonia con lui".VENDOLA: MONTI NOSTRO AVVERSARIO"Monti è nostro avversario, la sua apertura al Pdl è emblematica e ha rivelato il suo sentimento genuino di uomo di destra". Lo ha detto il leader di Sel Nichi Vendola parlando dell'ipotesi di un'apertura di Monti al Pdl. "Monti si deve rassegnare - ha proseguito - perderà queste elezioni e non riuscirà a diventare la badante di Bersani".BERSANI: MERAVIGLIATI DA ATTACCHI MONTIIl segretario del Pd, Pierluigi Bersani, si è detto "meravigliato" da quelli che ha definito "gli attacchi" di Mario Monti. "La campagna si sta accendendo non nella direzione giusta - ha detto Bersani parlando a La Spezia -. Siamo meravigliati dal professor Monti, che si sta affidando ad un guru americano e sta mettendo in pratica una campagna elettorale d'attacco nei nostri confronti. Il problema é che, finite le elezioni, i guru americani se ne vanno via, mentre i problemi dell'Italia rimangono". "Non è possibile che con i soldi pubblici ci si possa fare la spesa, così come non c'à ragione che un deputato prenda più di un sindaco. Su questi temi non basta un'agenda, servirebbe una lenzuolata", ha aggiunto parlando del tema dei costi della politica.D'ALEMA: MONTI SEMPRE CONTRO I PIU' DEBOLI "Nel nostro paese non è facile fare le riforme ma le resistenze al cambiamento vengono da più parti e la politica non può faziosamente volgersi contro le grandi forze del mondo del lavoro, la politica deve essere equanime, trovare compromessi e combattere tutte le resistenze conservatrici che vengono innanzitutto dai ceti sociali più privilegiati, che sono quelli che hanno più da perdere. Monti invece si volge sempre contro una parte". Lo ha detto Massimo D'Alema questa mattina a Omnibus su La7 ricordando che se "la Germania è il paese europeo che meglio ha affrontato la crisi" è per due ragioni "ha partiti forti, non liste personali, e porta avanti il dialogo sociale, dove i lavoratori sono persino associati al governo delle aziende, altro che no alla concertazione" . "La criminalizzazione di Vendola è assolutamente indecente", ha sottolineato D'Alema. "Sembra diventato il comandante dei cosacchi ma Vendola è il presidente di una Regione governata bene: in Puglia non c'è il comunismo di guerra, anzi è una delle poche regioni del Mezzogiorno dove si creano posti di lavoro, quindi veramente smettiamola, è robaccia".Nessuna elezione è complessa come quella del presidente della Repubblica e quei partiti o salotti che pensano di decidere loro chi sarà il prossimo capo dello Stato sono destinati a non avere successo". Così Massimo D'Alema a Omnibus su La7. Alla domanda se ha questa ambizione, D'Alema ha replicato: "No, non ho queste aspirazioni". Quanto invece alla sua disponibilità a fare il ministro degli esteri in un prossimo governo, commenta "Questo non dipende da me", ribadendo a chi gli ricorda che si è ritirato dalla politica che "fare il deputato è un lavoro e si può smettere, ma la politica è una passione e dalle passioni non ci si dimette".